Ciacco dell'Anguillara
Rime
Mentr'io mi cavalcava
Mentr'io mi cavalcava
odivi una donzella:
forte si lamentava
e diceva: "Madre bella,
lungo tempo è passato
che deggio aver marito
e tu non lo m'hai dato
. . . .
La vita d'esto mondo
nulla cosa mi pare.
Quand'altri va giocondo,
me ne membra penare".
. . . .
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La madre li risponde:
"Figlia mia benedetta,
se l'amor ti confonde
de la dolce saetta,
ben t'en puoi sofferere.
Tempo non è passato
che tu potrai avere
ciò c'hai desiderato".
. . . .
"Per parole mi teni
tutt'or così dicendo:
questo patto non fina,
ed io tutt'ardo ed incendo.
La voglia mi domanda
'Na cosa che non suole:
luce più chiar che 'l sole;
per ella vo languendo".
"Oi figlia, non pensai
sì fossi mala tosa;
chè ben conosco omai
di che se' golïosa;
chè tanto m'hai parlato.
Non s'avvene a pulzella
credo che l'hai provato,
sì ne sai la novella.
Lascioti, dolorosa
. . . .
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Canzonetta novella,
moviti a la palese,
E vanne a la donzella
che sta ne le difese.
A Saragozza la manda,
e va fedelemente:
Cantala ad ogni banda
per la rosa piacente.
O gemma leziosa
"O gemma lezïosa,
adorna villanella,
che se' più virtudiosa
che non se ne favella;
per la virtude c'hai
per grazia del signore,
aiutami, chè sai
Ch'io son tuo servo, amore".
"Assai son gemme in terra
ed in fiume ed in mare,
c'hanno virtude in guerra
e fanno altru' allegrare.
Amico, io non son dessa
di quelle tre nessuna:
altrove va' per essa
e cerca altra persona".
"Madonna, troppo è grave
la vostra risponsione;
chè io non aggio nave
nè non son marangone,
ch'io sappia andar cercando
colà ove mi dite.
Per voi perisco amando,
se non mi sovvenite".
"Se perir tu dovessi
per questo cercamento,
non crederia che avessi
in te innamoramento.
Ma, s' tu credi morire
innanzi ch'esca l'anno,
per te fo messe dire,
come altre donne fanno".
"O villanella adorna,
fa' sì ch'io non perisca:
chè l'uomo morto non torna
per far poi cantar messa.
Se vuoimi dar conforto,
madonna, non tardare:
quand'odi ch'io sia morto,
non far messa cantare".
"Se morir non ti credi,
molto hai folle credenza,
se quanto in terra vedi
trapassa per sentenza.
Ma s'tu sei dio terreni,
Non ti posso scampare:
guarda che legge tieni,
se non credi all'altare".
"Per l'altar mi richiamo
che adoran li cristiani,
però mercè vi chiamo,
ch'io sono in vostre mani;
pregovi in cortesia
he m'atiate, per Dio;
perchè la vita mia
da voi conosco in fio".
"Sì sai chieder mercede
con umiltà piacente!
Giovar deeti la fede
se ami coralmente.
Tanto m'hai predicata
e sì saputo dire,
ch'io mi sono accordata:
dimmi, che t'è in piacire?"
"Madonna, a me non piace
castella nè monete:
fatemi far la pace
con l'amor che sapete.
Questo addimando a vui
e facciovi finita.
Donna siete di lui,
ed egli è la mia vita".