Arrigo Boito
OTELLO
(Messo in musica da Gioachino Rossini)
ATTO PRIMO
Scena: Un atrio apparato, in fondo del quale fra alcuni archi vedesi il lido coperto di Popolo, che attende festoso lo sbarco di Otello. Navi in distanza. Doge, Elmiro e Senatori seduti.
No. 1 introduzione
Popolo
Viva Otello, viva il prode,
delle
schiere invitto duce!
Or per lui di nuova luce
torna l'Adria
a sfolgorar.
Lui guidò virtù fra l'armi
militò
con lui fortuna.
Si oscurò l'Odrisia luna
del suo
brando al fulminar.
Marcia
[Sbarcato Otello, si avanza verso
il Doge al suono d'una marcia militare, seguito da Iago, e da
Rodrigo.]
No. 2 duetto e coro
Otello
Vincemmo, o prodi, I perfidi nemici
caddero estinti. Al lor fuoror ritolsi
sicura ormai d'ogni
futura offesa
Cipro, di questo suol
forza e difesa.
Null'altro a oprar mi resta. Ecco vi rendo
l'aciar temuto; e
delle vinte schiere
depongo al vostro piede armi e bandiere.
Doge
Qual premio al tuo valor chieder
potrai?
Otello
Mi compensaste assai
nell'affidarvi
in me. D'Africa figlio,
quí straniero son io; ma se ancor
serbo
un cor degno di voi, se questo suolo
più che
patria rispetto, ammiro, ed amo,
m'abbia l'Adria qual figlio:
altro non bramo.
Iago
(Che superba richiesta!)
Rodrigo
(Ai voti del mio cor fatale è
questa.)
Doge
Tu d'ogni gloria il segno
vincitor
trascorresti. Il brando invitto
riponi al fianco, e già
dell'Adria figlio
vieni tra i plausi a coronar il crine
del
meritato alloro.
Rodrigo [a Iago]
(Che ascolto? ahimè!
perduto ho il mio tesoro.)
Iago [a Rodrigo]
(Taci, non disperar.)
Otello
Confuso io sono
a tante prove e
tante
d'un generoso amor. Ma meritarle
poss'io, che nacqui
sotto ingrato cielo,
d'aspetto, e di costumi
sì
diverso da voi?
Doge
Nascon per tutto, e rispettiam gli
eroi.
Otello
Ah! sì, per voi già
sento
nuovo valor nel petto:
Per voi d'un nuovo affetto
sento infiammarsi il cor.
Premio maggior di questo
a me
sperar no lice.
Otello
(Ma allor sarò felice
quando
il coroni Amor.)
[Rodrigo nel massimo dispetto si vorebbe scagliare su di Otello: Iago lo trattiene.]
Iago [a Rodrigo]
(T'affrena, la vendetta
cauti dobbiam celar.)
Popolo
Non indugiar,
deh vieni a
trionfar.
Otello
(Amor, dirada il nembo
cagion di
tanti affani;
comincia coi tuoi vanni
la speme a ravvivar.)
Ah! sì, per voi già sento, ecc.
Senatori e popolo
Non indugiar,
t'affretta,
deh vieni a trionfar.
[Parte Otello seguito dai Senatori e dal Popolo.]
No. 3 recitativo e duetto
[Entra Elmiro; Iago va in disparte.]
Elmiro
Rodrigo! . . .
Rodrigo
Elmiro! ah padre mio! deh! lascia
che un tal nome ti dia, se al mio tesoro
desti vita sì
cara.
Ma che fa mai Desdemona? . . . che dice? . . .
Sì
ricorda di me? . . . sarò felice?
Elmiro
Ah! che dirti poss'io?
Sospira,
piange, e la cagion mi cela
dell'occulto suo duol.
Rodrigo
Ma in parte almeno . . .
Elmiro
Arrestarmi non posso; odi lo
squillo
delle trombe guerriere:
Alla pubblica pompa ora
degg'io
volgere il piè; ci rivedremo: addio.
[Parte.
Rodrigo [a Iago]
Udisti?
Iago
Udii . . .
Rodrigo
Dunque abbagliato Elmiro
dalla
gloria fallace
dell'Afro insultator, potrebbe ei forse,
degenerar dagli avi, a un nodo indegno
sacrificar l'unica
figlia?
Iago
Ah, frena,
frena gl'impeti alfin .
. . Iago conosci,
e diffidi così? Tutti ho presenti
i
miei torti, ed i tuoi: ma sol fingendo
vendicarci saprem. Se
quell'indegno,
dell'Africa rifiuto,
or qui tant'alto ascese,
e pel tuo ben s'accese
d'occulta, incauta fiamma,
oppormi
a lui saprò. Sol questo foglio.
basta a domare il suo
crudele orgoglio.
[Gli porge un foglio.]
Rodrigo
Che leggo? e come mai . . .
Iago
Per or t'accheta.
Tutto saprai:
ogni ritardo or puote
render vana l'impresa.
Rodrigo
Onedggia il core
fra la speme,
lo sdegno ed il timore.
Iago
No, non temer, serena
l'addolorato
ciglio:
Prevenni al tuo periglio,
fidati all'amistà.
Rodrigo
Calma sui labbri tuoi
trova
quest'alma opressa,
ed una sorte istessa
con te dividerà.
Iago, Rodrigo
Se uniti negli affanni
noi
fummo un tempo insieme,
ora una dolce speme
più
stretti ci unirà, sì sì.
Rodrigo
Nel seno già sento
risorger
l'ardire.
Iago
Vicino il contento
mi pinge il
pensier.
Iago, Rodrigo
A un'alma, che pena
si
rende più grato
quant' è più bramato,
atteso piacer.
[Partono.]
No. 4 recitativo e duetto
Scene: Una stanza in casa di Elmiro.
Emilia
Inutile è quel pianto. Il
lungo affanno
si transformi in piacer. Carco di allori
a noi
riede il tuo bene. Odi d'intorno
come l'Adria festeggia un sì
bel giorno.
Desdemona
Emilia, ah tu ben sai
quanto
finor penai,
come quest'alma
al racconto fe' del del suo
periglio,
del suo valore, palpitando, incerta,
si piangea sul
mio ciglio,
e fra i palpiti miei, fra le mie pene,
quante
volte dicea: Perchè non viene?
Ed or ch' è me
vicino
mi veggio in preda al più crudel destino.
Emilia
E perchè mai?
Desdemona
Sì, questa sua gloria
accresce
in me per lui l'affetto,
come nel padre mio l'odio e
il dispetto.
Emilia
Sicura del suo core, ogni altra
tema
inutile si rende.
Desdemona
Ah! ch'io pavento
ch'ei
sospetti di me. Ben ti sovviene
quando parte tu stessa
del
mio crin recidesti. Ah! che ad Otello
dono sì caro allor
non giunse; il padre
soprese il foglio, ch'io con man tremante
a
lui vergava. Al suo Rodrigo invece
diretto il crede: io secondai
l'errore;
ma il labbro il disse,
e lo smentiva il core.
Fin
da quel di dell'idol mio le usate
note più non rividi . .
. un dubbio atroce
m'agita, mi confonde . . .
Chi sa? conobbe
ei forse
pegno sì dolce in mano altrui? me infida
crede
dunque? . . .
Emilia
Che dici?
Timido è
Amore, e spesso si figura
un mal che non esiste, o che non dura.
Desdemona
Vorrei, che il tuo pensiero
a
me dicesse il ver.
Emilia
Sempre è con te sincero:
No, che non dei temer.
Desdemona
Ma l'amistà sovente
ciò,
che desia, si finge.
Emilia
Ma un'anima languente
sempre il
dolor si pinge.
Desdemona
Ah! crederti vorrei,
ma
a te s'oppone il cor.
Emilia
Credere a me tu dei
e non
fidarti al cor.
Ah, credi a me.
A due
Quanto son fieri i palpiti
che
desta a noi l'amor!
Dura un momento il giubilo,
eterno è
il suo dolor.
No. 5 finale I
Desdemona
Ma che miro? ecco che incerto i
passi
muove il perfido Iago;
fuggiam, si eviti; ei
rintracciar potria
sul mio volto l'amor, la pena mia.
[
Partono. - Entra Iago.]
Iago
Fuggi . . . sprezzami pur: più
non mi curo
della tua destra . . . un tempo a' voti miei
utile
io la credei . . . Tu mi sprezzasti
per un vile Africano, e ciò
ti basti.
Ti pentirai, lo giuro:
Tutti servir dovranno a'
miei disegni
gl'involati d'amor furtivi pegni.
Ma che veggio!
Rodrigo!
Rodrigo [Entrando]
Ah, del mio bene
il
genitor dov'è?
Iago
Miralo, ei viene.
[Entra Elmiro.]
Elmiro
Giunto è, Rodrigo, il
fortunato istante,
in cui dovrai di sposo
dar la destra a mia
figlia.
L'amistà mel consiglia,
il mio dover, la tua
virtude,
e quel odio ch'io serbo
per l'African superbo.
Insiem congiunti
per sangue, e per amor, facil ne fia
opporci al suo poter. Ma tu procura
al padre tuo, che invitto
e amato siede
in su l'Adriaco suolo,
svelar le trame, e il
suo nascosto orgoglio.
Rodrigo
Ah! sì, tutto farò.
Elmiro
Iago, t'affretta
a compir
l'Imeneo. A parte sei
delle mie brame, e dei disegni miei.
[
Iago parte.]
Rodrigo
Ah di qual gioia sento acceso il
mio petto!
Ma sarò felice?
Elmiro
Io tel prometto.
[Rodrigo parte.]
Vendicarmi dovrò; né più si
vegga,
che un barbaro stranier con modi indegni
ad ubbidirlo,
ed a servir ne insegni.
Ma la figlia a me vien . . .
[Entra Desdemona.]
Desdemona
Padre, permetti,
che
rispettosa io baci . . .
Elmiro
Ah! figlia, vieni,
vieni al mio
seno. In questo fausto giorno
dividere vo'teco il mio contento.
Desdemona
(Che mai dirmi potrà?
spero e pavento. )
Elmiro
Dal sen scaccia ogni duol. Un
premio or t'offro
che caro a te sarà.
Desdemona
(Forse d'Otello l'han calmato i
trionfi?)
Elmiro
In vaga pompa
seguirmi or tu
dei
tra novella allegria i passi miei.
[Parte. - Entra
Emilia.]
Desdemona
Comprender io non so, confusa io
sono.
Emilia, in quali tumulti sento il povero cor!
Emilia
Che avvenne?
Desdemona
Il padre un premio m'offre e
vuole
che il seno, il crine pomposamente adorno
festeggi
insiem con lui sì fausto giorno.
Fra la speme e il timor
che mi consigli?
Emilia
Fingon gli amanti ognor nuovi
perigli,
ma tu non paventar.
Chi sa d'un padre l'amore in lui
parlò.
Forse d'Otello alla gloria offuscato
ha l'odio
fine in amistà cangiato.
Vieni, non indugiar.
Desdemona
Ti seguo. Oh Dio,
palpita
intanto il povero cor mio.
Scena: Sala magnificamente adorna.
[Damigelle, amici e confidenti d'Elmiro.]
Coro
Santo Imen! te guida Amore
due
bell'alme ad annodar.
Dell'amore il dolce ardore
tu procura
di eternar. -
Senza lui divien tiranno
il tuo nobile poter. -
Senza te cagion di affano
è d'amore ogni piacer. -
Qual momento di contento!
Tra l'amore ed il valore
resta
attonito il pensier!
[Entrano Elmiro, Desdemona, Emilia e Rodrigo con suo seguito.]
Desdemona
Dove son? Che mai veggio?
Il
cor non mi tradì!
Elmiro
Tutta or riponi
la tua fiducia
in me. Padre a te sono:
Ingannarti non posso. Eterna fede
giura
a Rodrigo: egli la merta; ei solo
può renderti felice.
Rodrigo
Che mai dirà? . . .
Emilia
Qual cenno!
Desdemona
(Oh me infelice!)
Elmiro
Appaga i voti, miei, in te riposo.
Desdemona
(Oh natura! oh dover! oh legge!
oh sposo!)
Elmiro
Nel cor d'un padre amante
riposa,
amata figlia,
è Amor, che mi consiglia
la tua
felicità.
Rodrigo
Confusa è l'alma mia
fra
tanti dubbi e tanti;
soli in sì fieri istanti
reggermi
Amor potrà.
Desdemona
Padre . . . tu brami . . . oh
Dio! tremo . . .
che la sua mano accetti?
(A 'miei tiranni
affetti
chi mai resisterà?)
Elmiro
S'arresta! . . . ahimè! . .
. sospira!
Che mai temer degg'io?
Rodrigo
Tanto soffrir, ben mio,
tanto
il mio cuor dovrà?
Desdemona
Deh taci!
Elmiro
Che veggio?
Rodrigo
Mi sprezza!
Elmiro
Resiste.
Rodrigo E Desdemona
Oh ciel! da te chieggio
soccorso, pietà.
Elmiro
Deh giura.
Desdemona
Che chiedi?
Rodrigo
Ah vieni . . .
Desdemona
Che pena!
Elmiro
Se al padre non cedi,
punirti
saprà.
Rodrigo
Ti parli d'amore:
Non essermi
infida.
Quest'alma a te fida
più pace non ha.
Elmiro
D'un padre l'amore
ti serva di
guida:
Al padre t'affida
che pace non ha.
Desdemona
Di sorte il rigore
a pianger
mi guida.
Quest'alma a lui fida
più pace non ha.
Rodrigo
Ti parli d'amore, ecc.
[Entra Otello nel fondo della scena, seguito da alcuni suoi compagni.]
Otello
L'infida, ahimè che miro?
Al
mio rivale accanto! . . .
Seguito di Otello
Taci!
Rodrigo
Ti muova il pianto mio,
ti
muova il mio dolor.
Elmiro [a Desdemona]
Risolvi . . .
Otello
Io non resisto!
Seguito di Otello
Frenati!
Elmiro
Ingrata figlia!
Rodrigo, Desdemona
Oh, Dio! chi mi
consiglia?
Chi mi dà forza al cor?
Tutti
Al rio destin rubello
chi mai
sottrarla può?
Elmiro
Deh giura . . .
Otello [avanzandosi]
Ah ferma . . .
Tutti
Otello! . . .
Il core in sen
gelò!
Elmiro
Che brami?
Otello
Il suo core . . .
Amore mel
diede,
e Amore lo chiede,
Elmiro, da te.
Elmiro
Che ardire!
Desdemona
Che affanno!
Rodrigo
Qual'alma superba!
Otello [a Desdemona]
Rammenta . . . mi
serba
intatta la fè.
Rodrigo
E qual diritto mai,
perfido! su
quel core
vantar con me potrai,
per renderlo infedel?
Otello
Virtù, costanza, e amore,
il
data giuramento . . .
Elmiro
Misero me! che sento?
Giurasti?
Desdemona
È ver: giurai . . .
Elmiro E Rodrigo
Per me non hai più
fulmini,
inesorabil Ciel!
Elmiro
Vieni.
Otello
T'arresta!
Rodrigo
Invano
l'avrai tu, mio nemico .
. .
Elmiro
Figlia! . . . ti maledico . . .
Tutti
Ah! . . . che giorno d'orror!
Incerta l'anima
vacilla e geme,
la dolce speme
fugge
dal cor.
Rodrigo
Parti, crudel.
Otello
Ti sprezzo.
[Elmiro prende Desdemona, e protetto da suoi, la conduce via. Ella rimirando con dolcezza Otello, s'allontana da lui. ]
Desdemona
Padre! . . .
Elmiro
Non v' è perdono.
Rodrigo
Or or vedrai chi sono.
Vedrai.
Otello
Paventa il mio furor!
Paventa.
Tutti
Smanio, deliro e tremo.
No, non
fu mai più fiero
d'un rio destin severo
il barbaro
tenor!
ATTO SECONDO
Scena: Giardino.
No. 6 recitativo e aria
Desdemona
Lasciami.
Rodrigo
È dunque vano
il mio
dolor, l'ira del padre.
Desdemona
Ah vanne! Io per te sol sono
infelice.
Rodrigo
Oh Dio! non dirmi così.
Se
mai per me sereni
io veggo a scintillar questi occhi tuoi,
farò,
bel Idol mio, ciò che tu vuoi.
Desdemona
Placami dunque il padre.
Rendimi
l'amor suo,
mostra nel petto
qual grand'alma rinchiudi e
generosa.
Rodrigo
Ma Otello, Otello adori.
Desdemona
Io gli son sposa.
Rodrigo
Che ascolto? ahimè, che
dici?
Ah! come mai non senti
pietà de' miei
tormenti?
del mio tradito amor!
Ah! come mai non senti
pietà
del mio tormento,
del mio tradito amor,
perchè pietà,
oh Dio non senti
del mio tradito amor?
Ma se costante sei
nel tuo rigor crudele,
se
prezzi i preghi miei,
saprò con questo braccio
punire
il traditor.
Ah! come mai non senti, ecc.
No. 7. recitativo e duetto
Desdemona
M'abbandonò, disparve.
Oh
me infelice!
Che ma farò?
Restar degg'io?
Seguirlo?
terribil incertezza!
Ah! chi m'aita, chi mi consiglia?
Ah!
vieni, Emilia, vieni,
soccorrimi, previeni
l'ultima mia
rovina.
Emilia
Che avvenne! Oh Ciel! perchè
così tremante?
Desdemona
Io perderò per sempre il
caro amante.
Emilia
Chi tel rapisce?
Desdemona
Il suo rival, Rodrigo: a lui
svelai,
che sposa . . .
Emilia
Ah! che facesti?
Desdemona
È tardo il pentimento;
in
sì fatal momento
sol m'addita un cammin onde sicura
possa
giungere a lui.
Emilia
Ma se sorpresa sei, se il genitore
. . .
Desdemona
Più riguardi non ho, non
ho più tema,
presente è il suo periglio al mio
pensiero.
Salvisi, a lui mi chiama il mio dovere.
[parte]
Emilia
Ella a perdersi va; seguir io
deggio,
sola che fo se giunge il padre . . .
Ah? prima le mie
compagne,
le sue fide amiche avvertire si denno.
Alcun
soccorso posso almeno sperare
in qual cimento.
È
questo core in sì fatal momento!
[Parte. - Entra Otello.]
Otello
Che feci? . . . ove mi trasse
un
disperato amor! io gli posposi
la gloria, l'onor mio!
Ma che!
. . . mia non è forse? . . . in faccia al Cielo
fede non
mi giurò? Non diemmi in pegno
la sua destra, il suo cor? .
. .
Potrò lasciarla?
Obbliarla potrò? . . .
Potrò soffrire
vederla in braccio ad altri,
e non
morire?
[Entra Iago.]
Iago
Perchè mesto così? . . .
scuotiti. Ah mostra,
che Otello alfin tu sei.
Otello
Lasciami in preda
al mio crudo
destin.
Iago
Del suo rigore
hai ragion di
lagnarti:
Ma tu non dei, benchè nemico il Fato,
cader,
per nostro scorno, invendicato.
Otello
Che mai far degg'io?
Iago
Ascoltami . . . che pensi?
In te
stesso ritorna . . .
I tuoi trionfi di difesa ti son,
sono
bastanti i tuoi nemici ad atterrir . . .
a farti sprezzare ogni
altro affetto.
Otello
Quai terribili accenti!
L'interrotto parlare,
i dubbi tuoi, l'irresoluto volto,
in
quanti affanni involto
hanno il povero cor!
Iago
Spiegati.
Otello
Ah! non tenermi in sì fiera
incertezza.
Iago
Altro dirti non so: dai labbri miei
altro chieder non dei.
Otello
Chieder non deggio? . . . Oh Dio!
Quanto s'accresce
il mio timor dal tuo silenzio! . . . Ah forse
l'infida . . .
Iago
Ah placa alfin, placa i rimorsi tuoi.
Otello
Tu m'uccidi così. Meno
infelice sarei
se il vero io conoscessi.
Iago
Ebbene, il vuoi? T'appagherò .
. .
Che dico? io gelo!
Otello
Parla una volta!
Iago
Oh qual arcan' io svelo!
Ma
l'amistà lo chiede,
io cedo all'amistà, Sappi . . .
Otello
Ah, taci! ohimè! tutto
compresi.
Iago
E che farai?
Otello
Vendicarmi, e morir.
Iago
Morir non dei,
e in disprezzarla
avrai
vendetta intera.
Otello
Ma non tremenda e fiera,
qual'io
bramo, quale amor richiede . . .
Ma sicuro son io del suo
delitto?
Ah! se tal fosse . . . quale in me . . . Tu Iago,
mi
comprendi, ed il tradirmi or fora
delitto ancora in te.
Iago
Che mai pensi?
Confuso io son . .
. ti parli
questo foglio per me.
[Gli dà un foglio.]
Otello
Che miro! oh Dio!
Sì! di
sua man son queste
le crudeli d'amor cifre funeste.
Non m'inganno; al mio rivale
l'infedel vergato ha
il foglio;
più non reggo al mio cordoglio!
Io mi sento
lacerar.
Iago [e stesso]
(Già la fiera
gelosia
versò tutto il suo veleno,
tutto già
gl'inonda il seno,
e mi guida a trionfar.)
Otello [legge]
"Caro bene" . .
. e ardisci, ingrata?
Iago
(Nel suo ciglio il cor il leggo.)
Otello
"Ti son fida" . . . Ahimè!
Che leggo?
Quali smani io sento al cor!
Iago
(Quanta gioia io sento al cor!)
Otello
"Di mia chioma un pegno" .
. . Oh Cielo!
Iago
(Cresce in lui l'atroce affetto.)
Otello
Dov'è mai l'offerto pegno?
Iago
Ecco . . . il cedo con orror!
Otello
No, più crudele un'anima . .
.
Iago
(No, più contenta un'anima . .
. )
OTELLO, Iago
No, che giammai si vide!
Otello
Il cor mi si divide
per tante
crudeltà.
Iago
(Propizio il ciel m'arride:
L'indegna
ah! sì, cadrà.)
Otello
Che far degg'io?
Iago
Ti calma.
Otello
Lo speri invano
Iago
Che dici? che dici?
Otello
Spinto da furie ultrici
punirla
alfin saprò.
Iago
Ed oserai? . . .
Otello
Lo guiro.
Iago
E l'amor . . .
Otello
Io più nol curo.
Iago
T'affida, i tuoi nemici
or dunque
abbatterò.
Otello
L'ira d'avverso fato
io più
non temerò.
Iago
(L'ira d'avverso fato
temer più
non dovrò.)
Otello
Morrò, ma vendicato.
Sì,
. . . dopo lei morrò.
Iago
(Di lui trionferò.)
[Parte
]
No. 8 recitativo e terzetto
Otello
E a tanto giunger puote
un
ingannevol cor! . . . Ma chi s'avanza?
[Entra Rodrigo]
Rodrigo. . . e che mai brami?
Rodrigo
A te ne vengo
tuo nemico, se il
vuoi,
se al mio voler tu cedi,
tuo amico, e difensor.
Otello
Uso non sono
a mentire, a
tradir. Io ti disprezzo
nemico, o difensor.
Rodrigo
(Oh che baldanza!)
Non mi
conosci ancor?
Otello
Ti conosco,
perciò non ti
pavento;
sol disprezzo, il ripeto, io per te sento.
Rodrigo
Ah vieni, nel tuo sangue le offese
vendicherò:
Se un vano amor t'accese,
distruggerlo
saprò.
Otello
Or ora vedrai qual chiudo
giusto
furor nel seno:
Sì, vendicarmi appieno
di lei, di te
dovrò.
A due
Qual gioia! all'armi! all'armi!
Il
traditor già parmi
veder traffito al suol.
[Desdemona giunge.]
Desdemona [arrestandoli]
Ahimè!
fermate, udite . . .
Solo il mio cor ferite,
cagion di tanto
duol.
Rodrigo, Otello
Che fiero punto è
questo!
L'indegna a me d'innante!
Pinta ha sul reo sembiante
tutta l'infedeltà.
Desdemona
Che fiero punto è questo!
L'ingrato a me d'innante!
Non cangia di sembiante,
non
sente ancor pietà.
Otello
Deh seguimi.
Rodrigo
Ti seguo.
Otello
Son pago alfin.
Desdemona
T'arresta.
Otello
Vanne.
Desdemona
Che pena è questa!
Che
fiera crudeltà!
Perchè da te mi sacci? . . .
Qual
barbaro furore,
così ti accende il core,
che vaneggiar
ti fa?
Otello
Ah perfida? E ardisci . . .
Rodrigo
T'affretta.
Desdemona
Che mai sento!
A tre
Più barbaro tormento
di
questo non si dà.
Desdemona
Ah per pietà!
Otello
Mi lascia.
Desdemona
Ma che ti feci mai?
Otello
Or ora lo saprai . . .
Rodrigo
Mi segui.
Otello
Ti seguo.
Desdemona
Ah per pietà!
Otello
Mi lascia.
Desdemona
Ma che ti feci mai?
Otello
Vedrai, vedrai.
(Ah, finge
l'indegna ancor!)
Rodrigo
Tra tante smanie e tante
quest'alma mia delira,
vinto è l'amor dall'ira,
spira
vendetto il cor.
Desdemona
Quest'alma che delira
sui
labbri miei già spira:
Sento mancarmi il cor!
Otello, Rodrigo
Tra tante smanie e tante,
ecc.
Desdemona
Quest' alma che delira, ecc.
Rodrigo
All'armi!
Desdemona
Fermate!
Otello
Che gioia! che gioia!
Desdemona
Ah fermate, ah fermate!
deh
sentite almen pietà!
No. 9 finale II
Emilia
Desdemona!
Che veggio! al sol
giacente . . .
Pallor di morte le ricpore il volto . . .
Misera,
che farò? chi mi soccorre?
Quale aiuto recarle?
Ah tu
dell'alma mia parte più cara,
ascoltami, deh, riedi a
questo seno!
La tua amica ti chiama . . .
Ahi non risponde.
Gelo è il petto e la man.
Chi me l'invola? quel
barbaro dov'è?
Vorrei . . . Che miro!
Apre i languidi
lumi . . .
Oh ciel, respiro.
Desdemona
Chi sei? . . .
Emilia
Non mi conosci?
Desdemona
Emilia!
Emilia
Ah quella,
quella appunto
son'io.
Un più fatal periglio . . .
Segui i miei
passi.
Desdemona
Ma protrò
rivederlo? .
. . Ah se nol sai . . .
Vanne, corri, procura . . .
Emilia
E che mai chiedi?
Desdemona
Non so . . .
Confusa,
oppressa
in me non so più ritrovar me stessa!
Che smania. Oimè! che affanno!
Chi mi
soccorre, oh Dio!
Per sempre, ahi, l'idol mio
perder così
dovrò!
Barbaro ciel tiranno!
Da me se lo dividi,
salvalo almen; me uccidi;
contenta io morirò.
[Entrano le damigelle]
Qual nuova a me recate? . . .
Men fiero, se
parlate,
sì rende il mio dolor.
Coro di damigelle
Freme il mio core e tace.
Desdemona
De' detti ah! più loquace
è quel silenzio ancor!
Damigelle
Freme il mio core e tace.
Desdemona
Che smania. Oimè, ecc.
Deh parlate, l'idol mio . . .
Men fiero, ecc. [Si
avanzano i confidenti.]
Ah ditemi almen voi . . .
Coro di confidenti
Che mi saper tu voi?
Desdemona
Se vive il mio tesoro.
Confidenti
Vive, serena il ciglio . . .
Desdemona
Salvo dal suo periglio? . . .
Altro non brama il cor.
[Entra Elmiro.]
Elmiro
Qui! . . . indegna!
Desdemona
Il genitore!
Elmiro
Del mio tradito onore
come non
hai rossor?
Damigelle, confidenti
Oh ciel! qual nuovo
orror!
Desdemona
L'error d'un'infelice,
ah
Padre, mi perdona.
Se il padre m'abbandona,
da chi sperar
pietà?
Elmiro
No, che pietà non meriti.
Vedrai fra poco, ingrata,
qual pena è riserbata
per
chi virtù non ha.
Desdemona
A quel severo aspetto
più
reggere non so.
Damigelle
Come cangiar nel petto
può
il suo paterno affetto,
cangiato in crudeltà?
Confidenti
Se nutre nel suo petto
un
impudico affetto,
giusta è la crudeltà.
Elmiro
Odio, furor, dispetto
han la
pietà nel petto
cangiata in crudeltà.
ATTO TERZO
Scena: Una stanza da letto in casa d'Elmiro. Emilia e Desdemona, in semplicissime vesti abbandonata su di una sedia, ed immersa nel più fiero dolore.
No. 10 recitativo, aria, duetto e finale
Desdemona
Ah!
Emilia
Dagli affanni oppressa
parmi
fuor di sé stessa,
Che mai farò? . . . chi mi
consiglia? oh Cielo! . . .
Perchè tanto ti mostri a noi
severo?
Desdemona
(Ah no; di rivederlo io più
non spero!)
Emilia
Rincorati, m'ascolta . . . In me tu
versa
tutto il duol. Nell'amistà soltanto
puoi
ritrovare alcun conforto. Ah! parla . . .
Desdemona
Che mai dirti poss' io? . . .
Ti
parli il mio dolor, il pianto mio.
Emilia
(Quanto mi fai pietà! . . .)
Ma almen procura,
da saggia che tu sei,
di dar tregua per
poco alle tue pene.
Desdemona
Che dici? che mai pensi? In odio
al Cielo,
al mio padre, a me stessa . . . in duro esilio
condannato per sempre il caro sposo . . .
Come trovar poss'
io tregua, o riposo?
[Sentesi da lungi il gondoliere.]
Gondoliere
"Nessun maggior dolore
Che ricordarsi del tempo felice
Nella miseria."
[Desdemona a quel canto si scuote.]
Desdemona
Oh come infino al core
giungon
quei dolci accenti!
[Alzasi, e con trasporto si avvicina alla
finestra.]
Chi sei che così canti? . . . Ah tu rammenti
lo stato mio crudele.
Emilia
È il Gondoliere, che
cantando inganna
il cammin sulla placida laguna
pensando ai
figli, mentre il ciel s'imbruna.
Desdemona
Oh lui felice! almen ritorna al
seno,
dopo i travagli, di colei ch'egli ama.
Io più
tornarvi, no, non potrò.
Emilia
Che miro!
S'accresce il suo
dolor . . .
Desdemona
Isaura! . . . Isaura!
Emilia
Essa l'amica apella,
che
all'Africa involata, a lei vicina
qui crebbe, e qui moria.
Desdemona
Infelice tu fosti
al par di
me. Ma or tu riposi in pace.
Emilia
Oh quanto è ver, che ratti a
un core oppresso
sì nutriscon gli affani!
Desdemona
Oh tu del mio dolor dolce
instrumento!
Io ti riprendo ancora;
e unisco al mesto canto
i sospiri d'Isaura, ed il mio pianto.
[Prende la sua arpa.]
Assisa a' piè d'un salice,
immersa nel
dolore,
gemea traffita Isaura
dal più crudele amore:
L'aura tra i rami flebile
ne ripeteva il suon.
I
ruscelletti limpidi
a' caldi suoi sospiri,
il mormorio
mesceano
de' lor diversi giri:
L'aura fra i rami flebile
ne
ripeteva il suon.
Salce d'amor delizia!
Ombra pietosa
appresta,
di mie sciagure immemore,
all'urna mia funesta;
nè
più ripeta l'aura
de' miei lamenti il suon.
Che dissi! . . . Ah m'ingannai! . . .Non è del
canto
questo il lugubre fin. M'ascolta . . .
[Un colpo di vento spezza alcuni vetri della finestra.]
Oh Dio!
Qual mai strepito è questo!
Qual
presagio funesto!
Emilia
Non paventar; rimira:
Impetuoso
vento è quel, che spira.
Desdemona
Io credeva che alcuno . . . Oh
come il Cielo
s'unisce a' miei lamenti! . . .
Ascolta il fin
de' dolorosi accenti.
Ma stanca alfin di spargere
mesti sospiri, e
pianto,
morì l'afflitta vergine
ahi! di quel salce
accanto.
Ma stanca alfin di piangere
morì . . . che
duol! l'ingrato . . .
Oimè . . . ma il pianto
proseguir
non mi fa. Parti, ricevi
da' labbri dell'amica il bacio estremo.
Emilia
Oh che dici! Ubbidisco . . . oh
come tremo!
[Parte.]
Desdemona
Deh calma, o Ciel, nel sonno
per
poco le mie pene,
fa, che l'amato bene
mi venga a consolar.
Se poi son vani i prieghi,
di mia breve urna in seno.
di
pianto venga almeno
il cenere a bagnar.
[Cala la tendina e
si getta sul letto.]
[Otello s'introduce nella stanza di Desdemona, per una segreta porta, tenendo in mano una lucerna, ed un pugnale.]
Otello
Eccomi giunto inosservato, e solo
nella stanza fatal . . . Iago involomi
al mio vicin periglio.
Egli i miei passi
dirigere qui seppe.
Il silenzio m'addita
ch'ella di mia partenza omai sicura
sogna il rivale, e più
di me non cura.
Quanto t'inganni,
egli or al suol traffitto .
. .
Che dico! Ah tu sol compi il mio delitto.
[Rimane per un momento attonito, indi si avvicina al letto, ed apre le tendine.]
Che miro! ahimè! quegli occhi, abbenchè
chiusi,
pur parlano al cor. Quel volto, in cui
natura
impresse i più bei pregi suoi,
mi colpisce, m'arresta. Ma
se mio più non è,
perchè serbarlo, struggasi
. . . -
E chi mai puote
riprodurne l'egual! È sua la
colpa,
se il mio temuto aspetto l'allontana da me?
Perchè
un sembiante, barbaro Ciel, non darmi
in cui scolpito si vedesse
il mio cor?
Forse . . . ch'allora . . . Che dico . . .
[
S'allontana dal letto.]
E il tradimento
non merita il mio
rigor? Mora l'indegna!
[avvicinandosi di nuovo al letto.]
Ahi!
trema il braccio ancor! crudele indugio!
[rimirando il lume]
Eccone la cagion . . . tolgasi . . .
[Spegne il lume.]
Oh
notte che mi riedi sul ciglio, eternamente
colle tenebre tue
copri l'orrore
di questo infausto giorno.
Desdemona [in sonno]
Amato ben!
Otello
Che sento? A chi quel nome?
Sogna,
o è pur desta?
[Un lampo che passa attraverso la finestra
gli mostra ch'ella dorme.]
Ah! che tra' lampi il cielo
a me
più chiaro il suo delitto addita,
e a compir la vendetta
il ciel m'invita.
[Un forte tuono si ascolta. Desdemona si
desta, e tra frequenti lampi riconosce Otello.]
Indegna!
Desdemona
Ahimè! . . . che veggo? .
. .
Come mai qui giungesti? . . .
Come tu puoi? . . . ma no .
. . contenta t'offro
inerme il petto mio,
se più
quell'alma tua pietà non sente . . .
Otello
La tradisti, o crudel!
Desdemona
Sono innocente.
Otello
Ed osi ancor, spergiura! . . .
Più
frenarmi non so. Rabbia, dispetto
mi trafiggono a gara.
Desdemona
Ah padre! ah che mai feci!
È
sol colpa la mia di averti amato.
Uccidimi, se vuoi, perfido,
ingrato!
Non arrestare il colpo . . .
Vibralo a questo core,
sfoga il tuo reo furore,
intrepida morrò.
Otello
Ma sappia pria che mori,
per tuo
maggior tormento
che già il tuo bene è spento,
che
Iago il trucidò.
Desdemona
Iago! che ascolto? . . . oh Dio!
Fidarti a lui potesti?
A un vile traditor?
Otello
Ah! vile! . . . Ben comprendo
perchè così t'adiri;
ma inutili i sospiri
or
partono dal cor.
[I lampi continuano.]
Desdemona
Ah crudel!
Otello
Oh rabbia! Io fremo!
Desdemona
Ah! qual giorno!
Otello
il giorno estremo . . .
Desdemona
Che mai dici?
Otello
A te sarà.
[Comincia il temporale.]
Notte per me funesta.
Fiera crudel tempesta!
Accresci coi tuoi fulmini,
col tuo fragore orribile
accresci
il mio furor!
Desdemona
Notte per me funesta!
Fiera
crudel tempesta!
Tu accresci in me co' fulmini,
il tuo
fragore orribile
accresci i palpiti, e l'orror.
[Il temporale cresce.]
Oh Ciel! se me punisci
è giusto il tuo
rigor.
[I tuoni cessano, i lampi continuano.]
Otello
Tu d'insultarmi ardisci!
Ed io
m'arresto ancor?
Desdemona
Uccidimi . . . t'affretta,
saziati alfin crudel!
Otello
Sì compia la vendetta.
[
La trafigge col pugnale.]
Desdemona
Ahimè! . . .
Otello
Mori, infedel!
Che sento . . . Chi batte?
Lucio [interno]
Otello!
Otello
Qual voce!
[Entra Lucio.]
Occultati, atroce
rimorso, nel cor.
Rodrigo?
Lucio
Egli è salvo.
Otello
E Iago?
Lucio
Perisce.
Otello
Chi mai lo punisce?
Lucio
Il Cielo, l'Amor . . .
Otello
Che dici? che dici? tu credi?
Lucio
Ei stesso le trame,
le perfide
brame
sorpreso svelò.
Otello
Che mai dici? Che mai dici?
Lucio
Ah, già tutti, deh mira
contenti . . .
Otello
A tanto tormento resister no so.
[Entrano il Doge, Elmiro e Rodrigo.]
Doge
Per me la tua colpa
perdona il
Senato.
Elmiro
Io riedo placato
qual padre al
tuo sen.
Rodrigo
Il perfido Iago
cangiò
nel mio petto
In segno d'affetto
ti cedo il tuo ben.
Otello
Che pena!
Coro
Che gioia!
Doge
Accogli nel core . . .
Rodrigo
Il publico amore,
la nostra
amistà.
Elmiro
La man di tua figlia . . .
Otello
La man di tua figlia . . .
Sì
. . . unirmi a lei deggio.
Rimira.
[Si uccide.]
Elmiro
Che veggio . . .
Otello
Punito m'avrà . . .
Rodrigo, doge, Elmiro, coro
Ah!