Cesare Sterbini

IL BARBIERE DI SIVIGLIA



(Melodramma buffo in due atti messo in musica da Gioacchino Rossini)



Prima rappresentazione: Roma, Teatro Argentina, 20 Febbraio 1816



Personaggi

Il Conte d'Almaviva tenore

Bartolo, dottore in medicina tutore di basso comico

Rosina, ricca pupilla in casa di Bartolo contralto

Figaro, barbiere baritono
Basilio, maestro di musica di Rosina, ipocrita basso
Fiorello, servitore d'Almaviva tenore
Ambrogio servitore di Bartolo basso
Berta, vecchia cameriera di Bartolo soprano
Un ufficiale basso
Cori e comparse: un alcade, o magistrato, un Notaio, alguazil ( birri ) soldati, suonatori d'istrumenti
La scena si rappresenta in Siviglia.
 



Atto Primo
SCENA PRIMA
Una piazza della città di Siviglia. Il momento dell'azione è sul terminar della notte. A sinistra è la casa di Bartolo, con balcone praticabile, circondato da gelosia, che deve aprirsi e chiudersi - a suo tempo- con chiave. Fiorello, con lanterna nelle mani, introducendo sulla scena vari suonatori di strumenti. Indi il Conte avvolto in un mantello.




Fiorello (avanzandosi con cautela)
Piano, pianissimo,
senza parlar,
tutti con me
venite qua.

Coro
Piano, pianissimo,
eccoci qua.

Tutti
Tutto è silenzio;
nessun qui sta
che i nostri canti
possa turbar.

Conte (sottovoce)
Fiorello Olà

Fiorello
Signor son qua.

Conte
Ebben! gli amici?

Fiorello
Son pronti già.

Conte
Bravi, bravissimi,
fate silenzio;
piano, pianissimo,
senza parlar.

Coro
Piano, pianissimo, senza parlar.
(I Suonatori accordano gli istrumenti, e il Conte canta accompagnato da essi.)

Conte
Ecco, ridente in cielo
spunta la bella aurora,
e tu non sorgi ancora
e puoi dormir così?
Sorgi, mia dolce speme,
vieni, bell'idol mio;
rendi men crudo, oh Dio,
lo stral che mi ferì.
Oh sorte! già veggo
quel caro sembiante;
quest'anima amante
ottenne pietà.
Oh istante d'amore!
Oh dolce contento!
Soave momento
che eguale non ha!
Ehi, Fiorello?

Fiorello
Mio Signore

Conte
Di', la vedi?

Fiorello
Signor no.

Conte
Ah, ch'è vana ogni speranza!

Fiorello
Signor Conte, il giorno avanza

Conte
Ah! che penso! che farò?
Tutto è vano buona gente!

Coro (sottovoce)
Mio signor

Conte
Avanti, avanti.
(Da' la borsa a Fiorello, il quale distribuisce i denari a tutti.)
Più di suoni, più di canti
io bisogno ormai non ho.

Fiorello
Buona notte a tutti quanti,
più di voi che far non so.
(I Suonatori circondano il Conte ringraziandolo e baciandogli la mano e il vestito. Egli, indispettito per lo strepito che fanno, li va cacciando. Lo stesso fa anche Fiorello.)

Coro
Mille grazie mio signore
del favore dell'onore
Ah, di tanta cortesia obbligati in verità.
(Oh, che incontro fortunato!
un signor di qualità.)

Conte
Basta, basta, non parlate
Ma non serve, non gridate
Maledetti, andate via
Ah, canaglia, via di qua.
Tutto quanto il vicinato
questo chiasso sveglierà.

Fiorello
Zitti, zitti che rumore!
Ma che onore? che favore?
Maledetti, andate via Ah, canaglia, via di qua!
Ve', che chiasso indiavolato! Ah, che rabbia che mi fa!
(I suonatori partono.)



SCENA SECONDA
Il Conte e Fiorello.

Conte
Gente indiscreta!

Fiorello
Ah, quasi con quel chiasso importuno
tutto quanto il quartiere han risvegliato.
Alfin sono partiti!

Conte (guardando verso la ringhiera)
E non si vede!
inutile sperar.
(Passeggia riflettendo.)
(Eppur qui voglio
aspettar di vederla. Ogni mattina
ella su quel balcone a prender fresco
viene sull'aurora.
Proviamo.) Olà, tu ancora
ritirati, Fiorel.

Fiorello
Vado. Là in fondo
attenderò suoi ordini.
(Si ritira.)

Conte
Con lei
se parlar mi riesce,
non voglio testimoni. Che a quest'ora
io tutti i giorni qui vengo per lei
dev'essersi avveduta. Oh, vedi, amore
a un uomo del mio rango
come l'ha fatta bella! Eppure, eppure
dev'essere mia sposa
(Si sente da lontano venire Figaro cantando.)
Chi è mai quest'importuno?
Lasciamolo passar; sotto quegli archi,
non veduto, vedrò quanto bisogna;
già l'alba appare e amor non si vergogna.
(Si nasconde sotto il portico.)






SCENA TERZA
Figaro, con la chitarra appesa al collo.

Figaro
Largo al factotum
della città.
Presto a bottega,
ché l'alba è già.
Ah, che bel vivere,
che bel piacere
per un barbiere
di qualità!
Ah, bravo Figaro!
Bravo, bravissimo;
fortunatissimo
per verità!
Pronto a far tutto,
la notte e il giorno
sempre d'intorno,
in giro sta.
Miglior cuccagna
per un barbiere,
vita più nobile,
no, non si da'.
Rasoi e pettini,
lancette e forbici,
al mio comando
tutto qui sta.
V'è la risorsa,
poi, del mestiere
colla donnetta
col cavaliere
Ah, che bel vivere,
che bel piacere
per un barbiere
di qualità!
Tutti mi chiedono,
tutti mi vogliono,
donne, ragazzi,
vecchi, fanciulle:
Qua la parrucca
Presto la barba
Qua la sanguigna
Presto il biglietto
Figaro Figaro
Son qua, son qua.
Figaro Figaro.
Eccomi qua.
Ahimè, che furia!
Ahimè, che folla!
Uno alla volta,
per carità!
Pronto prontissimo
son come il fulmine:
sono il factotum
della città.
Ah, bravo Figaro!
bravo, bravissimo;
a te fortuna
non mancherà.






SCENA QUARTA
Figaro, poi il Conte.

Figaro
Ah, ah! che bella vita!
Faticar poco, divertirsi assai,
e in tasca sempre aver qualche doblone
gran frutto della mia riputazione.
Ecco qua: senza Figaro
non si accasa in Siviglia una ragazza:
a me la vedovella
ricorre pel marito: io, colla scusa
del pettine di giorno,
della chitarra col favor la notte,
a tutti onestamente,
non fo per dir, m'adatto a far piacere,
oh che vita, che vita! Oh che mestiere!
Orsù, presto a bottega

Conte (avanzandosi)
desso, o pur m'inganno?)

Figaro (scorgendo il Conte)
(Chi sarà mai costui?)

Conte
(Oh, è lui senz'altro!)
Figaro!

Figaro
Mio padrone
(riconoscendo il Conte)
Oh, chi veggo! Eccellenza!

Conte
Zitto, zitto, prudenza!
Qui non son conosciuto,
nè vo' farmi conoscere. Per questo
ho le mie gran ragioni.

Figaro
Intendo, intendo,
la lascio in libertà.

Conte
No no

Figaro
Che serve?

Conte
No, dico: resta qua;
forse ai disegni miei
non giungi inopportuno ma cospetto,
dimmi un po', buona lana
come ti trovo qua? poter del mondo!
Ti veggo grasso e tondo

Figaro
La miseria, signore!

Conte
Ah birbo!

Figaro
Grazie.

Conte
Hai messo ancor giudizio?

Figaro
Oh! e come ed ella,
come in Siviglia?

Conte
Or te lo spiego. Al Prado
vidi un fior di bellezza, una fanciulla
figlia d'un certo medico barbogio
che qua da pochi dì s'è stabilito.
Io, di questa invaghito,
lasciai patria e parenti, e qua men venni.
E qua la notte e il giorno
passo girando a que' balconi intorno.

Figaro
A que' balconi? un medico? Oh cospetto!
Siete ben fortunato;
sui maccheroni il cacio v'è cascato.

Conte
Come?

Figaro
Certo. Là dentro
io son barbiere, parrucchier, chirurgo
botanico, spezial, veterinario,
i1 faccendier di casa.

Conte
Oh che sorte!

Figaro
Non basta. La ragazza
figlia non è del medico. È soltanto
la sua pupilla!

Conte
Oh, che consolazione!

Figaro
Perciò zitto!

Conte
Cos'è?

Figaro
S'apre il balcone.
(Si ritirano sotto il portico.)






SCENA QUINTA
Rosina, poi Bartolo, e detti.

Rosina (dal balcone)
Non è venuto ancor. Forse

Conte
Oh, mia vita!
Mio nume! mio tesoro!
Vi veggo alfine, alfine

Rosina (estraendo un biglietto)
Oh, che vergogna!
Vorrei dargli il biglietto

Bartolo (apparendo al balcone)
Ebben, ragazza?
Il tempo è buono. Cos'è quella carta?

Rosina
Niente, niente, signor: son le parole
dell'aria dell'Inutil Precauzione.

Conte
Ma brava dell'Inutil Precauzione

Figaro
Che furba!

Bartolo
Cos'è questa
Inutil Precauzione?

Rosina
Oh, bella! è il titolo
del nuovo dramma in musica.

Bartolo
Un dramma! Bella cosa! sarà al solito
un dramma semiserio,
un lungo, malinconico, noioso,
poetico strambotto!
Barbaro gusto! secolo corrotto!

Rosina (lasciando cadere il biglietto)
Oh, me meschina! l'aria m'è caduta.
(a Bartolo)
Raccoglietela presto.

Bartolo
Vado, vado.
(Si ritira.)

Rosina (verso il Conte)
Ps Ps

Conte
Ho inteso.
(Raccoglie il foglio.)

Rosina
Presto.

Conte
Non temete.
(Si nasconde.)

Bartolo (uscendo sulla via)
Son qua.
Dov'è?

Rosina
Ah, il vento l'ha portata via.
Guardate.

Bartolo
Io non la veggo.
Eh, signorina, non vorrei (Cospetto!
Costei m'avesse preso!) In casa, in casa,
animo, su! A chi dico? In casa, presto.

Rosina
Vado, vado. Che furia!

Bartolo
Quel balcone io voglio far murare
Dentro, dico.

Rosina
Ah, che vita da crepare!
(Rosina si ritira dal balcone. Bartolo rientra in casa.)

Conte
Povera disgraziata!
Il suo stato infelice
sempre più m'interessa.

Figaro
Presto, presto:
vediamo cosa scrive.

Conte
Appunto. Leggi.

Figaro (Legge il biglietto.)
"Le vostre assidue premure hanno eccitata la mia curiosità il mio tutore per uscir di casa; appena si sarà allontanato, procurate con qualche mezzo ingegnoso d'indicarmi il vostro nome, il vostro stato e le vostre intenzioni. Io non posso giammai comparire al balcone senza l'indivisibile compagnia del mio tiranno. Siate però certo che tutto è disposta a fare, per rompere le sue catene, la sventurata Rosina."

Conte
Sì, sì, le romperà. Su, dimmi un poco:
che razza d'uomo è questo suo tutore?

Figaro
È un vecchio indemoniato avaro,
sospettoso, brontolone; avrà cent'anni indosso
e vuol fare il galante: indovinate?
Per mangiare a Rosina
tutta l'eredità s'è fitto in capo
di volerla sposare. Aiuto!

Conte
Che?

Figaro
S'apre la porta.
(Si ritirano in fretta. Bartolo esce di casa.)

Bartolo (parlando verso la porta)
Fra momenti io torno;
non aprite a nessun. Se Don Basilio
venisse a ricercarmi, che m'aspetti.
(Le mie nozze con lei meglio è affrettare.
Sì, dentr'oggi finir vo' quest'affare.)
(Parte.)






SCENA SESTA
Il Conte e Figaro, poi Rosina.

Conte (fuori con Figaro)
Dentr'oggi le sue nozze con Rosina!
Ah, vecchio rimbambito!
Ma dimmi or tu! chi è questo Don Basilio?

Figaro
È un solenne imbroglion di matrimoni,
un collo torto, un vero disperato,
sempre senza un quattrino
Già, è maestro di musica;
insegna alla ragazza.

Conte
Bene, bene;
tutto giova saper.

Figaro
Ora pensate della bella Rosina a soddisfar le brame.

Conte
Il nome mio
non le vo' dir nè il grado; assicurarmi
vo' pria ch'ella ami me, me solo al mondo,
non le ricchezze e i titoli
del conte d'Almaviva. Ah, tu potresti

Figaro
Io? no, signore; voi stesso dovete

Conte
Io stesso? e come?

Figaro
Zitto? Eccoci a tiro,
osservate: perbacco, non mi sbaglio.
Dietro la gelosia sta la ragazza;
presto, presto all'assalto, niun ci vede.
In una canzonetta,
così, alla buona, il tutto
spiegatele, signor

Conte
Una canzone?

Figaro
Certo. Ecco la chitarra; presto, andiamo.

Conte
Ma io

Figaro
Oh che pazienza!

Conte
Ebben, proviamo.
Se i1 mio nome saper voi bramate,
dal mio labbro il mio nome ascoltate.
Io son Lindoro
che fido v'adoro,
che sposa vi bramo,
che a nome vi chiamo,
di voi sempre parlando così
dall'aurora al tramonto del dì.

Rosina (dentro la casa)
Segui, o caro; deh, segui così!

Figaro
Sentite. Ah! che vi pare?

Conte
Oh, me felice!

Figaro
Da bravo, a voi, seguite.

Conte
L'amoroso e sincero Lindoro,
non può darvi, mia cara, un tesoro.
Ricco non sono,
ma un core vi dono,
un'anima amante
che fida e costante
per voi sola sospira così
dall'aurora al tramonto del dì.
Rosina
L'amorosa e sincera
Rosina del suo core Lindo
(Si ritira dal balcone.)






SCENA SETTIMA
Il Conte e Figaro.

Conte
Oh cielo!

Figaro
Nella stanza
convien dir che qualcuno entrato sia.
Ella si è ritirata.

Conte (con enfasi)
Ah cospettone!
Io già deliro avvampo! Oh, ad ogni costo
vederla io voglio. Vo' parlarle! Ah, tu,
tu mi devi aiutar.

Figaro
Ih, ih, che furia!
Sì, sì, v'aiuterò.

Conte
Da bravo: entr'oggi
vo' che tu m'introduca in quella casa.
Dimmi, come farai? via! del tuo spirito
vediam qualche prodezza.

Figaro
Del mio spirito
Bene vedrò ma in oggi

Conte
Eh via! t'intendo.
Va là, non dubitar; di tue fatiche
largo compenso avrai.

Figaro
Davver?

Conte
Parola.

Figaro
Dunque, oro a discrezione?

Conte
Oro a bizzeffe.
Animo, via.

Figaro
Son pronto. Ah, non sapete
i simpatici effetti prodigiosi
che, ad appagare il mio signor Lindoro,
produce in me la dolce idea dell'oro.
All'idea di quel metallo
portentoso, onnipossente,
un vulcano la mia mente
incomincia a diventar.

Conte
Su, vediam di quel metallo
qualche effetto sorprendente
del vulcan della tua mente
qualche mostro singolar.

Figaro
Voi dovreste travestirvi,
per esempio da soldato.

Conte
Da soldato?

Figaro
Sì, signore.

Conte
Da soldato? e che si fa?

Figaro
Oggi arriva un reggimento.

Conte
Sì, è mio amico il Colonnello.

Figaro
Va benon.

Conte
Eppoi?

Figaro
Cospetto!
Dell'alloggio col biglietto
quella porta s'aprirà.
Che ne dite, mio signore?
Non vi par? Non l'ho trovata?

Conte
Che invenzione prelibata!
Bravo, bravo,
in verità!
Bella, bella.

Figaro
Piano, piano un'altra idea!
Veda l'oro cosa fa.
Ubriaco sì, ubriaco,
mio signor, si fingerà.

Conte
Ubriaco?

Figaro
Sì, signore.

Conte
Ubriaco? Ma perché?

Figaro
Perché d'un ch'è poco in sè
(imitando moderatamente i moti d'un ubriaco)
che dal vino casca già,
il tutor, credete a me,
il tutor si fiderà.

A due
Che invenzione prelibata!
Bravo, bravo,
in verità!
Bella, bella.

Conte
Dunque

Figaro
All'opra.

Conte
Andiam.

Figaro
Da bravo.

Conte
Vado Oh, il meglio mi scordavo!
Dimmi un po', la tua bottega per trovarti, dove sta?

Figaro
La bottega? Non si sbaglia;
guardi bene; eccola là.
(additando fra le quinte)
Numero quindici a mano manca
quattro gradini, facciata bianca,
cinque parrucche nella vetrina
sopra un cartello "Pomata fina",
mostra in azzurro alla moderna,
v'è per insegna una lanterna
Là senza fallo mi troverà.

Conte
Ho ben capito

Figaro
Or vada presto.

Conte
Tu guarda bene

Figaro
Io penso al resto.

Conte
Di te mi fido

Figaro
Colà l'attendo.

Conte
Mio caro Figaro

Figaro
Intendo, intendo.

Conte
Porterò meco

Figaro
La borsa piena.

Conte
Sì, quel che vuoi, ma il resto poi

Figaro
Oh non si dubiti, che bene andrà

Conte
Ah, che d'amore
la fiamma io sento,
nunzia di giubilo
e di contento!
Ecco propizia
che in sen mi scende;
d'ardore insolito
quest'alma accende,
e di me stesso
maggior mi fa.

Figaro
Delle monete
il suon già sento!
L'oro già viene,
viene l'argento;
eccolo, eccolo
che in tasca scende;
e di me stesso
maggior mi fa.
(Figaro entra in casa di Bartolo, il Conte parte.)






SCENA OTTAVA
(Fiorello solo)

Fiorello (entrando)
Evviva il mio padrone!
Due ore, ritto in pie', là come un palo
mi fa aspettare e poi
mi pianta e se ne va. Corpo di Bacco!
Brutta cosa servire
un padron come questo,
nobile, giovinotto e innamorato;
questa vita, cospetto, è un gran tormento!
Ah, durarla così non me la sento!
(Parte.)






SCENA NONA
Camera nella casa di don Bartolo. Di prospetto la finestra con gelosia, come nella scena prima. Rosina, sola.

Rosina
Una voce poco fa
qui nel cor mi risuonò;
il mio cor ferito è già,
e Lindor fu che il piagò.
Sì, Lindoro mio sarà;
lo giurai, la vincerò.
Il tutor ricuserà,
io l'ingegno aguzzerò.
Alla fin s'accheterà
e contenta io resterò
Sì, Lindoro mio sarà;
lo giurai, la vincerò.
Io sono docile, son rispettosa,
sono obbediente, dolce, amorosa;
mi lascio reggere, mi fo guidar.
Ma se mi toccano dov'è il mio debole
sarò una vipera e cento trappole
prima di cedere farò giocar.
Sì sì, la vincerò. Potessi almeno
mandargli questa lettera. Ma come?
Di nessun qui mi fido;
il tutore ha cent'occhi basta, basta;
sigilliamola intanto.
(Va allo scrittoio e suggella la lettera.)
Con Figaro, il barbier, dalla finestra
discorrer l'ho veduto più d'un'ora;
Figaro è un galantuomo,
un giovin di buon core
Chi sa ch'ei non protegga il nostro amore.






SCENA DECIMA
Figaro e detta.

Figaro
Oh buon dì, signorina!

Rosina
Buon giorno, signor Figaro.

Figaro
Ebbene, che si fa?

Rosina
Si muor di noia.

Figaro
Oh diavolo! Possibile!
Un ragazza bella e spiritosa

Rosina
Ah, ah, mi fate ridere!
Che mi serve lo spirito
che giova la bellezza
se chiusa io sempre sto fra quattro mura
che mi par d'esser proprio in sepoltura?

Figaro
In sepoltura? ohibò!
(chiamandola a parte)
Sentite io voglio

Rosina
Ecco il tutor.

Figaro
Davvero?

Rosina
Certo, certo; è il suo passo

Figaro
Salva, salva; fra poco
ci rivedrem: ho a dirvi qualche cosa.

Rosina
E ancor io, signor Figaro.

Figaro
Bravissima.
Vado.
(Si nasconde, poi tratto tratto si fa vedere.)

Rosina
Quanto è garbato!
(Si ritira.)
 
SCENA UNDICESIMA
Bartolo, Rosina, indi Berta e Ambrogio.

Bartolo
Ah, disgraziato Figaro!
ah, indegno! ah, maledetto! ah, scellerato!

Rosina
(Ecco qua: sempre grida.)

Bartolo
Ma si può dar di peggio!
Uno spedale ha fatto
di tutta la famiglia
a forza d'oppio, sangue e stranutiglia.
Signorina, il barbiere
lo vedeste?

Rosina
Perché?

Bartolo
Perché lo vo' sapere.

Rosina
Forse anch'egli v'adombra?

Bartolo
E perché no?

Rosina
Ebben, ve lo dirò. Sì, l'ho veduto,
gli ho parlato, mi piace, m'è simpatico
il suo discorso, il suo gioviale aspetto
(Crepa di rabbia, vecchio maledetto.)
(Parte.)

Bartolo
Vedete che grazietta!
Più l'amo, e più mi sprezza la briccona.
Certo, certo è il barbiere
che la mette in malizia.
Chi sa cosa le ha detto!
Chi sa! Or lo saprò. Ehi, Berta, Ambrogio!

Berta (entrando e starnutendo)
Eccì
(entra Ambrogio sbadigliando)

Ambrogio
Ah! che comanda?

Bartolo
Dimmi.

Berta
Eccì

Bartolo
Il barbiere parlato ha con Rosina?

Berta
Eccì

Bartolo
Rispondi almen tu, babbuino!

Ambrogio (sbadigliando)
Ah, ah!

Bartolo
Che pazïenza!

Ambrogio
Ah, ah! che sonno!

Bartolo
Ebben!

Berta
Venne, ma io

Bartolo
Rosina

Ambrogio
Ah!

Berta
Eccì

Bartolo
Che serve! Eccoli qua, son mezzo morti.
Andate.

Ambrogio
Ah!

Berta
Eccì

Bartolo
Eh, il diavol che vi porti!
(Berta e Ambrogio partono)






SCENA DODICESIMA
Bartolo, indi don Basilio

Bartolo
Ah! Barbiere d'inferno
Tu me la pagherai. Qua, Don Basilio;
giungete a tempo! Oh! Io voglio,
per forza o per amor, dentro domani
sposar la mia Rosina. Avete inteso?

Basilio (dopo molte riverenze)
Eh, voi dite benissimo
e appunto io qui veniva ad avvisarvi
(chiamando a parte)
Ma segretezza! È giunto
il Conte d'Almaviva.

Bartolo
Chi? L'incognito amante
della Rosina?

Basilio
Appunto quello.
Bartolo
Oh diavolo!
Ah, qui ci vuol rimedio!

Basilio
Certo; ma alla sordina.

Bartolo
Sarebbe a dir?

Basilio
Così, con buona grazia
bisogna principiare
a inventar qualche favola
che al pubblico lo metta in mala vista,
che comparir lo faccia
un uomo infame, un'anima perduta
Io, io vi servirò: fra quattro giorni,
credete a me, Basilio ve lo giura,
noi lo farem sloggiar da queste mura.

Bartolo
E voi credete?

Basilio
Oh certo! È il mio sistema.
E non sbaglia.

Bartolo
E vorreste?
Ma una calunnia

Basilio
Ah, dunque
la calunnia cos'è voi non sapete?

Bartolo
No, davvero.

Basilio
No? Uditemi e tacete.
La calunnia è un venticello,
un'auretta assai gentile
che insensibile, sottile,
leggermente, dolcemente
incomincia a sussurrar.
Piano piano, terra terra,
sottovoce, sibilando,
va scorrendo, va ronzando;
nelle orecchie della gente
s'introduce destramente
e le teste ed i cervelli
fa stordire e fa gonfiar.
Dalla bocca fuori uscendo
lo schiamazzo va crescendo
prende forza a poco a poco,
vola già di loco in loco;
sembra il tuono, la tempesta
che nel sen della foresta
va fischiando, brontolando
e ti fa d'orror gelar.
Alla fin trabocca e scoppia,
si propaga, si raddoppia
e produce un'esplosione
come un colpo di cannone,
un terremoto, un temporale,
un tumulto generale,
che fa l'aria rimbombar.
E il meschino calunniato,
avvilito, calpestato,
sotto il pubblico flagello
per gran sorte ha crepar.
Ah! che ne dite?

Bartolo
Eh! sarà ver, ma intanto
si perde tempo e qui stringe il bisogno.
No: vo' fare a mio modo:
in mia camera andiam. Voglio che insieme
i1 contratto di nozze ora stendiamo.
Quando sarà mia moglie,
da questi zerbinotti innamorati
metterla in salvo sarà pensier mio.

Basilio
(Vengan denari: al resto son qua io.)
(Entrano nella prima camera a destra.)






SCENA TREDICESIMA
Figaro uscendo con precauzione, indi Rosina.

Figaro
Ma bravi! ma benone!
Ho inteso tutto. Evviva il buon dottore!
Povero babbuino!
Tua sposa? Eh via pulisciti il bocchino.
Or che stan là chiusi,
procuriam di parlare alla ragazza:
eccola appunto.

Rosina (entrando)
Ebbene, signor Figaro.

Figaro
Gran cose, signorina.

Rosina
Sì, davvero?

Figaro
Mangerem dei confetti.

Rosina
Come sarebbe a dir?

Figaro
Sarebbe a dire
che il vostro bel tutore ha stabilito
esser dentro doman vostro marito.

Rosina
Eh, via!

Figaro
Oh, ve lo giuro;
a stender il contratto
col maestro di musica
là dentro or s'è serrato.

Rosina
Sì? oh, l'ha sbagliata affè!
Povero sciocco! L'avrà a far con me.
Ma dite, signor Figaro,
voi poco fa sotto le mie finestre
parlavate a un signore

Figaro
Ah, un mio cugino,
un bravo giovinotto; buona testa,
ottimo cuor; qui venne
i suoi studi a compire
e il poverin cerca di far fortuna.

Rosina
Fortuna? oh, la farà.

Figaro
Oh, ne dubito assai: in confidenza
ha un gran difetto addosso.

Rosina
Un gran difetto

Figaro
Ah, grande: è innamorato morto.

Rosina
Sì, davvero?
Quel giovane, vedete
m'interessa moltissimo.

Figaro
Per bacco!

Rosina
Non mi credete?

Figaro
Oh sì!

Rosina
E la sua bella,
dite, abita lontano?

Figaro
Qui! due passi.

Rosina
Ma è bella?

Figaro
Oh, bella assai!
Eccovi il suo ritratto in due parole:
grassotta, genialotta,
capello nero, guancia porporina,
occhio che parla, mano che innamora

Rosina
E il nome?

Figaro
Ah, il nome ancora?
Il nome ah, che bel nome!
Si chiama

Rosina
Ebbene, si chiama?

Figaro
Si chiama Rosina.

Rosina
Dunque io son tu non m'inganni?
Dunque io son la fortunata!
(Già me l'ero immaginata:
lo sapeva pria di te.)

Figaro
Di Lindoro il vago oggetto
siete voi, bella Rosina.
(Oh, che volpe sopraffina,
ma l'avrà da far con me.)

Rosina
Senti, senti ma a Lindoro
per parlar come si fa?

Figaro
Zitto, zitto, qui Lindoro
per parlarvi or or sarà.

Rosina
Per parlarmi? Bravo! bravo!
Venga pur, ma con prudenza;
io già moro d'impazienza!
Ma che tarda? ma che fa?

Figaro
Egli attende qualche segno,
poverin, del vostro affetto;
sol due righe di biglietto
gli mandate, e qui verrà.
Che ne dite?

Rosina
Non vorrei

Figaro
Su, coraggio.

Rosina
Non saprei

Figaro
Sol due righe

Rosina
Mi vergogno

Figaro
Ma di che? di che? si sa!
(andando allo scrittoio)
Presto, presto; qua un biglietto.

Rosina
(Richiamandolo, cava dalla tasca il biglietto e glielo da.)
Un biglietto? eccolo qua.

Figaro (attonito)
Già era scritto? Ve', che bestia!
Il maestro faccio a lei!
Ah, che in cattedra costei
di malizia può dettar.
Donne, donne, eterni Dei,
chi vi arriva a indovinar?

Rosina
Fortunati affetti miei!
Io comincio a respirar.
Ah, tu solo, amor, tu sei
che mi devi consolar!
(Figaro parte.)






SCENA QUATTORDICESIMA
Rosina, indi Bartolo.

Rosina
Ora mi sento meglio. Questo Figaro
è un bravo giovinotto.

Bartolo (entrando)
Insomma, colle buone,
potrei sapere dalla mia Rosina
che venne a far colui questa mattina?

Rosina
Figaro? Non so nulla.

Bartolo
Ti parlò?

Rosina
Mi parlò.

Bartolo
Che ti diceva?

Rosina
Oh! mi parlò di cento bagattelle
Del figurin di Francia,
del mal della sua figlia Marcellina.

Bartolo
Davvero! Ed io scommetto
che portò la risposta al tuo biglietto.

Rosina
Qual biglietto?

Bartolo
Che serve! L'arietta dell'Inutil Precauzione
che ti cadde staman giù dal balcone.
Vi fate rossa? (Avessi indovinato!)
Che vuol dir questo dito
così sporco d'inchiostro?

Rosina
Sporco? oh, nulla.
Io me l'avea scottato
e coll'inchiostro or or l'ho medicato.

Bartolo
(Diavolo!) E questi fogli
Or son cinque eran sei.

Rosina
Que' fogli? è vero.
D'uno mi son servita
a mandar dei confetti a Marcellina.

Bartolo
Bravissima! E la penna
perché fu temperata?

Rosina
(Maledetto!) La penna!
Per disegnare un fiore sul tamburo.

Bartolo
Un fiore?

Rosina
Un fiore.

Bartolo
Un fiore. Ah! fraschetta!

Rosina
Davver.

Bartolo
Zitta!

Rosina
Credete.

Bartolo
Basta così.

Rosina
Signor..

Bartolo
Non più tacete.
A un dottor della mia sorte
queste scuse, signorina!
Vi consiglio, mia carina,
un po' meglio a imposturar.
I confetti alla ragazza!
Il ricamo sul tamburo!
Vi scottaste: eh via! eh via!
Ci vuol altro, figlia mia,
per potermi corbellar.
Perché manca là quel foglio?
Vo' saper cotesto imbroglio.
Sono inutili le smorfie;
ferma là, non mi toccate!
Figlia mia non lo sperate
ch'io mi lasci infinocchiar.
Via, carina, confessate;
son disposto a perdonar.
Non parlate? Vi ostinate?
So ben io quel che ho da far.
Signorina, un'altra volta
quando Bartolo andrà fuori,
la consegna ai servitori a suo modo far saprà.
Ah, non servono le smorfie,
faccia pur la gatta morta.
Cospetton! per quella porta
nemmen l'aria entrar potrà.
E Rosina innocentina,
sconsolata, disperata,
in sua camera serrata
fin ch'io voglio star dovrà.
(Parte.)






SCENA QUINDICESIMA
Rosina, sola.

Rosina
Brontola quanto vuoi,
chiudi porte e finestre. Io me ne rido:
già di noi femmine alla più marmotta
per aguzzar l'ingegno
e far la spiritosa, tutto a un tratto,
basta chiuder la chiave e il colpo è fatto.

(Parte.)






SCENA SEDICESIMA
Berta, poi il Conte.

Berta (entrando)
Finora in questa camera
mi parve di sentir un mormorio;
sarà stato il tutor, colla pupilla
non ha un'ora di ben queste ragazze
non la voglion capir.
(Si batte alla porta.)
Battono.

Conte (di dentro)
Aprite.

Berta
Vengo Eccì ancora dura;
quel tabacco m'ha posta in sepoltura.
(Corre ad aprire.)






SCENA DICIASSETTESIMA
Il Conte travestito da soldato di cavalleria, indi Bartolo.

Conte
Ehi di casa! buona gente!
Ehi di casa! niun mi sente!

Bartolo (entrando)
Chi è costui? che brutta faccia!
ubriaco! chi sarà?

Conte
Ehi, di casa! maledetti!

Bartolo
Cosa vuol, signor soldato?

Conte
Ah! sì, sì, bene obbligato.
(Vedendolo, cerca in tasca.)

Bartolo
(Qui costui che mai vorrà?)

Conte
Siete voi aspetta un poco
Siete voi dottor Balordo?

Bartolo
Che balordo?

Conte (leggendo)
Ah, ah, Bertoldo?

Bartolo
Che Bertoldo? Eh, andate al diavolo!
Dottor Bartolo.

Conte
Ah, bravissimo;
dottor barbaro; benissimo
già v'è poca differenza.
(Non si vede! che impazienza!
Quanto tarda! dove sta?)

Bartolo
(Io già perdo la pazienza,
qui prudenza ci vorrà.)

Conte
Dunque voi siete dottore?

Bartolo
Son dottore sì, signore.

Conte
Ah, benissimo; un abbraccio,
qua, collega.

Bartolo
Indietro!

Conte (Lo abbraccia per forza.)
Qua.
Sono anch'io dottor per cento,
maniscalco al reggimento.
(presentando il biglietto)
Dell'alloggio sul biglietto
osservate, eccolo qua.

Bartolo
Dalla rabbia e dal dispetto
io già crepo in verità.
Ah, ch'io fo, se mi ci metto,
qualche gran bestialità!
(Legge il biglietto.)

Conte
(Ah, venisse il caro oggetto
della mia felicità!
Vieni, vieni; il tuo diletto
pien d'amor t'attendo qua.)
 
 






SCENA DICIOTTESIMA
Rosina e detti.

Rosina
D'ascoltar qua m'è sembrato
un insolito rumore
(Si arresta vedendo Bartolo.)
Un soldato ed il tutore!
Cosa mai faranno qua?
(Si avanza pian piano.)

Conte
(È Rosina; or son contento.)

Rosina
(Ei mi guarda, e s'avvicina.)

Conte (piano a Rosina)
(Son Lindoro.)

Rosina
(Oh ciel! che sento!
Ah, giudizio, per pietà!)

Bartolo (vedendo Rosina)
Signorina, che cercate?
Presto, presto, andate via.

Rosina
Vado, vado, non gridate.

Bartolo
Presto, presto, via di qua

Conte
Ehi, ragazza, vengo anch'io.

Bartolo
Dove, dove, signor mio?

Conte
In caserma, oh, questa è bella!

Bartolo
In caserma?.. . bagattella!

Conte
Cara!

Rosina
Aiuto!

Bartolo
Olà, cospetto!

Conte (a Bartolo, incamminandosi verso le camere)
Dunque vado

Bartolo (trattenendolo)
Oh, no, signore,
qui d'alloggio non può star.

Conte
Come? Come?

Bartolo
Eh, non v'è replica:
ho il brevetto d'esenzione.

Conte (adirato)
Il brevetto?

Bartolo
Mio padrone,
un momento e il mostrerò.
(Va allo scrittoio.)

Conte (a Rosina)
(Ah, se qui restar non posso,
deh, prendete)

Rosina
(Ohimè, ci guarda!)

Conte E
Rosina
(Cento smanie io sento addosso.
Ah, più reggere non so.)

Bartolo (cercando nello scrittoio)
(Ah, trovarlo ancor non posso;
ma sì, sì, lo troverò.)
(venendo avanti con una pergamena)
Ecco qui.
(Legge.)
"Con la presente il Dottor Bartolo, etcetera. Esentiamo"

Conte (Con un rovescio di mano manda in aria la pergamena)
Eh, andate al diavolo!
Non mi state più a seccar.

Bartolo
Cosa fa, signor mio caro?

Conte
Zitto là, Dottor somaro.
Il mio alloggio è qui fissato
e in alloggio qui vo' star.

Bartolo
Vuol restar?

Conte
Restar, sicuro.

Bartolo (prendendo un bastone)
Oh, son stufo, mio padrone;
presto fuori, o un buon bastone
lo farà di qua sloggiar.

Conte (serio)
Dunque lei lei vuol battaglia?
Ben! Battaglia le vo' dar.
Bella cosa è una battaglia!
Ve la voglio qui mostrar.
(avvicinandosi amichevolmente a Bartolo)
Osservate! questo è il fosso
L'inimico voi sarete
(Gli da' una spinta.)
Attenzion (giù il fazzoletto.)
(piano a Rosina alla quale si avvicina porgendole la lettera)
E gli amici stan di qua.
Attenzione!
(Coglie il momento in cui Bartolo l'osserva meno attentamente. Lascia cadere il biglietto e Rosina vi fa cadere sopra il fazzoletto.)

Bartolo
Ferma, ferma!

Conte
(rivolgendosi e fingendo accorgersi della lettera che raccoglie)
Che cos'è? ah!

Bartolo (avvedendosene)
Vo'vedere.

Conte
Sì, se fosse nna ricetta!
Ma un biglietto è mio dovere
Mi dovete perdonar.
(Fa una riverenza a Rosina e le da' il biglietto e il fazzoletto.)

Rosina
Grazie, grazie!

Bartolo
Grazie un corno!
Qua quel foglio; impertinente!
(a Rosina)
A chi dico? Presto qua.

Rosina
Ma quel foglio che chiedete
per azzardo m'è cascato;
la lista del bucato.
(Entrano da una parte Basilio con carte in mano, dall'altra Berta.)

Bartolo
Ah, fraschetta! Presto qua.
(Le strappa il foglio con violenza.)
Ah, che vedo! ho preso abbaglio!
la lista, son di stucco!
Ah, son proprio un mammalucco!
Ah, che gran bestialità!

Rosina e
Conte
(Bravo, bravo il mammalucco
che nel sacco entrato è già.)

Berta
(Non capisco, son di stucco;
qualche imbroglio qui ci sta.)

Rosina (piangendo)
Ecco qua! sempre un'istoria;
sempre oppressa e maltrattata;
ah, che vita disperata!
Non la so più sopportar.

Bartolo (avvicinandosile)
Ah, Rosina poverina

Conte (minacciando e afferrandolo per un braccio)
Via qua tu, cosa le hai fatto?

Bartolo
Ah, fermate niente affatto

Conte (cavando la sciabola)
Ah, canaglia, traditore!

Tutti (trattenendolo)
Via, fermatevi, signore.

Conte
Io ti voglio subissar!

Tutti (eccetto il Conte e Rosina)
Gente! Aiuto, soccorrete(mi/lo)

Rosina
Ma chetatevi

Conte
Lasciatemi!

Tutti (come sopra)
Gente! aiuto, per pietà!






SCENA DICIANNOVESIMA
Figaro entrando col bacile sotto il braccio e detti.

Figaro
Alto là!
Che cosa accadde
signori miei?
Che chiasso è questo?
Eterni Dei!
Già sulla piazza
a questo strepito
s'è radunata
mezza città.
(piano al Conte)
(Signor, giudizio, per carità.)

Bartolo (additando il Conte)
Quest'è un birbante

Conte (additando Bartolo)
Quest'è un briccone

Bartolo
Ah, disgraziato!

Conte (minacciando colla sciabola)
Ah, maledetto!

Figaro (alzando il bacile e minacciando il Conte)
Signor soldato
porti rispetto,
o questo fusto,
corpo del diavolo,
or la creanza
le insegnerà.
(Signore, giudizio,
per carità.)

Conte (a Bartolo)
Brutto scimmiotto!

Bartolo (al Conte)
Birbo malnato!

Tutti (a Bartolo)
Zitto, dottore

Bartolo
Voglio gridare

Tutti (al Conte)
Fermo, signore

Conte
Voglio ammazzare

Tutti
Fate silenzio,
per carità.

Conte
No, voglio ucciderlo, non v'è pietà.
(Si ode bussare con violenza alla porta di strada.)

Tutti
Zitti, che battono
Chi mai sarà?

Bartolo
Chi è?

Ufficiale
Olà!

Coro (di dentro)
La forza,
aprite qua.

Tutti
La forza! Oh diavolo!

Figaro e
Basilio
L'avete fatta!

Conte e Bartolo
Niente paura.
Venga pur qua.

Tutti
Quest'avventura,
ah, come diavolo
mai finirà?






SCENA VENTESIMA
Un ufficiale con soldati, e detti.

Coro
Fermi tutti. Niun si mova.
Miei signori, che si fa?
Questo chiasso d'onde è nato?
La cagione presto qua.

Bartolo
Questa bestia di soldato,
mio signor, m'ha maltrattato.

Figaro
Io qua venni, mio signore,
questo chiasso ad acquetare.

Berta e
Basilio
Fa un inferno di rumore,
parla sempre d'ammazzare.

Conte
In alloggio quel briccone
non mi volle qui accettare.

Rosina
Perdonate, poverino,
tutto effetto fu del vino.

Ufficiale
Ho inteso.
(al Conte)
Galantuom, siete in arresto.
Fuori presto,
via di qua.
(I soldati si muovono per circondare il Conte.)

Conte
Io in arresto?
Fermi, olà.
(Con gesto autorevole trattiene i Soldati che si arrestano. Egli chiama a sé l'Ufficiale, gli da a leggere un foglio: l'Ufficiale resta sorpreso, vuol fargli un inchino, e il Conte lo trattiene. L'Ufficiale fa cenno ai soldati che si ritirano indietro, e anch'egli fa lo stesso. Quadro di stupore.)

Bartolo,
Rosina,
Basilio E
Berta
Fredd(o/a) ed immobile
come una statua
fiato non restami
da respirar.

Conte
Freddo ed immobile
come una statua,
fiato non restagli
da respirar.

Figaro (ridendo)
Guarda Don Bartolo!
Sembra una statua!
Ah ah! dal ridere
sto per crepar!

Bartolo (all'Ufficiale)
Ma, signor

Coro
Zitto tu!

Bartolo
Ma un dottor

Coro
Oh, non più!

Bartolo
Ma se lei

Coro
Non parlar

Bartolo
Ma vorrei

Coro
Non gridar.

A tre
Ma se noi

Coro
Zitti voi.

A tre
Ma se poi

Coro
Pensiam noi.
Vada ognun pe' fatti suoi,
si finisca d'altercar.

Bartolo
Ma sentite

A tre
Zitto su!
Zitto giù!

Bartolo
Ma ascoltate..

A tre
Zitto qua!
Zitto là!

Tutti
Mi par d'esser con la testa
in un'orrida fucina,
dove cresce e mai non resta
delle incudini sonore
l'importuno strepitar.
Alternando questo e quello
pesantissimo martello
fa con barbara armonia
muri e volte rimbombar.
E il cervello, poverello,
già stordito, sbalordito,
non ragiona, si confonde,
si riduce ad impazzar.



FINE DELL'ATTO PRIMO
 
 
Atto Secondo
SCENA PRIMA
Camera ad uso di studio in casa di Bartolo con sedia ed un pianoforte con varie carte di musica. Bartolo, solo.

Bartolo
Ma vedi il mio destino! Quel soldato,
per quanto abbia cercato,
niun lo conosce in tutto il reggimento.
Io dubito eh, cospetto!
Che dubitar? Scommetto
che dal conte Almaviva
stato qui spedito quel signore
ad esplorar della Rosina il core.
Nemmen in casa propria
sicuri si può star! Ma io
(Battono.)
Chi batte?
Ehi, chi è di là battono, non sentite!
In casa io son; non v'è timore, aprite.






SCENA SECONDA
Il Conte, vestito da maestro di musica, e detto.

Conte
Pace e gioia sia con voi.

Bartolo
Mille grazie, non s'incomodi.

Conte
Gioia e pace per mill'anni.

Bartolo
Obbligato in verità. (Questo volto non m'è ignoto,
non ravviso non ricordo
ma quel volto ma quell'abito
non capisco chi sarà?)

Conte
(Ah, se un colpo è andato a vuoto
a gabbar questo balordo,
un novel travestimento
più propizio a me sarà.)
Gioia e pace, pace e gioia!

Bartolo
Ho capito. (Oh! ciel! che noia!)

Conte
Gioia e pace, ben di core.

Bartolo
Basta, basta per pietà,
(Ma che perfido destino!
Ma che barbara giornata!
Tutti quanti a me davanti!
Che crudel fatalità!)

Conte
(Il vecchio non mi conosce:
oh, mia sorte fortunata!
Ah, mio ben! Fra pochi istanti
parlerem con libertà.)

Bartolo
Insomma, mio signore,
chi è lei si può sapere?

Conte
Don Alonso,
professore di musica ed allievo
di Don Basilio.

Bartolo
Ebbene?

Conte
Don Basilio sta male, il poverino, ed in sua vece

Bartolo (in atto di partire)
Sta mal? Corro a vederlo

Conte (trattenendolo)
Piano, piano.
Non è mal così grave.

Bartolo
(Di costui non mi fido.) Andiam, andiamo.
(risoluto)

Conte
Ma signore

Bartolo (brusco)
Che c'è?

Conte (tirandolo a parte)
Voleva dirvi

Bartolo
Parlate forte.

Conte (sottovoce)
Ma

Bartolo (sdegnato)
Forte, vi dico.

Conte (sdegnato anch'esso e alzando la voce)
Ebben, come volete,
ma chi sia Don Alonso apprenderete.
(in atto di partire)
Vo dal conte di Almaviva

Bartolo (trattenendolo con dolcezza)
Piano, piano.
Dite, dite, v'ascolto.

Conte (a voce alta e sdegnato)
Il Conte

Bartolo
Piano,
per carità.

Conte (calmandosi)
Stamane
nella stessa locanda
era meco d'alloggio, ed in mie mani
per caso capitò questo biglietto
(mostrando un biglietto)
dalla vostra pupilla a lui diretto.

Bartolo (prendendo il biglietto e guardandolo)
Che vedo! è sua scrittura!

Conte
Don Basilio
nulla sa di quel foglio: ed io, per lui
venendo a dar lezione alla ragazza,
volea farmene un merito con voi
perché con quel biglietto
(mendicando un ripiego con qualche imbarazzo)
si potrebbe

Bartolo
Che cosa?

Conte
Vi dirò
s'io potessi parlare alla ragazza,
io creder verbigrazia le farei
che me lo die' del conte un'altra amante,
prova significante
che il conte di Rosina si fa gioco.
E perciò

Bartolo
Piano un poco.
Una calunnia! Oh bravo!
Degno e vero scolar di Don Basilio!
(lo abbraccia, e mette in tasca il biglietto)
Io saprò come merita
ricompensar sì bel suggerimento.
Vo a chiamar la ragazza;
poiché tanto per me v'interessate,
mi raccomando a voi.

Conte
Non dubitate.
(Bartolo entra nella camera di Rosina)
L'affare del biglietto
dalla bocca m'è uscito non volendo.
Ma come far? Senza d'un tal ripiego
mi toccava andar via come un baggiano.
Il mio disegno a lei
ora paleserò; s'ella acconsente,
io son felice appieno.
Eccola. Ah, il cor sento balzarmi in seno.






SCENA TERZA
Bartolo conducendo Rosina, e detto.

Bartolo
Venite, signorina. Don Alonso,
che qui vedete, or vi darà lezione.

Rosina (vedendo il Conte)
Ah!

Bartolo
Cos'è stato?

Rosina
un granchio al piede.

Conte
Oh nulla:
sedete a me vicin, bella fanciulla.
Se non vi spiace, un poco di lezione,
di Don Basilio invece, vi darò.

Rosina
Oh, con mio gran piacer la prenderò.

Conte
Che volete cantare?

Rosina
Io canto, se le aggrada,
il rondò dell'Inutil Precauzione.

Bartolo
E sempre, sempre in bocca
l'Inutil Precauzione!

Rosina
Io ve l'ho detto:
il titolo dell'opera novella.

Bartolo
Or bene, intesi; andiamo.

Rosina
Eccolo qua.

Conte
Da brava, incominciamo.
(il Conte siede al pianoforte e Rosina canta accompagnata dal Conte; Bartolo siede ed ascolta.)

Rosina
Contro un cor che accende amore
di verace, invitto ardore,
s'arma invan poter tiranno
di rigor, di crudeltà.
D'ogni assalto vincitore
sempre amor trionferà.
Ah Lindoro, mio tesoro,
se sapessi, se vedessi!
Questo cane di tutore,
ah, che rabbia che mi fa!
Caro, a te mi raccomando,
tu mi salva, per pietà.

Conte
Non temer, ti rassicura;
sorte amica a noi sarà.

Rosina
Dunque spero?

Conte
A me t'affida.

Rosina
E il mio cor?

Conte
Giubilerà.

Rosina
Cara immagine ridente,
dolce idea d'un lieto amore,
tu m'accendi in petto il core,
tu mi porti a delirar.

Conte
Bella voce! Bravissima!

Rosina
Oh! mille grazie!

Bartolo
Certo, bella voce,
ma quest'aria, cospetto! è assai noiosa;
la musica a' miei tempi era altra cosa.
Ah! quando, per esempio,
cantava Caffariello
quell'aria portentosa la, ra, la
sentite, Don Alonso: eccola qua.
Quando mi sei vicina,
amabile Rosina
l'aria dicea Giannina,
ma io dico Rosina
(Entra Figaro col bacile sotto il braccio, e si pone dietro Bartolo imitando il canto con caricatura.)
Il cor mi brilla in petto,
mi balla il minuetto






SCENA QUARTA
Figaro e detti.

Bartolo (avvedendosi di Figaro)
Bravo, signor barbiere,
ma bravo!

Figaro
Eh, niente affatto:
scusi, son debolezze.

Bartolo
Ebben, qui dunque
che vieni a fare?

Figaro
Oh bella!
Vengo a farvi la barba: oggi vi tocca.

Bartolo
Oggi non voglio.

Figaro
Oggi non vuol? Domani
non potrò io.

Bartolo
Perché?

Figaro
Perché ho da fare
a tutti gli Ufficiali
del nuovo reggimento barba e testa
alla marchesa Andronica
il biondo parrucchin coi maronè
al contino Bombè
il ciuffo a campanile
purgante all'avvocato Bernardone
che ieri s'ammalò d'indigestione
e poi e poi che serve?
(riponendosi in tasca il libro)
Tornar non posso.

Bartolo
Orsù, meno parole.
Oggi non vo' far barba.

Figaro
No? Cospetto!
Guardate che avventori!
Vengo stamane: in casa v'è l'inferno
ritorno dopo pranzo: oggi non voglio
( contraffacendolo)
Ma che? M'avete preso
per un qualche barbier da contadini?
Chiamate pur un altro, io me ne vado.
(Riprende il bacile in atto di partire.)

Bartolo
(Che serve? a modo suo;
vedi che fantasia!)
Va in camera a pigliar la biancheria.
(Si cava dalla cintola un mazzo di chiavi per darle a Figaro, indi le ritira.)
No, vado io stesso.
(Entra.)

Figaro
(Ah, se mi dava in mano
il mazzo delle chiavi, ero a cavallo.)
(a Rosina)
Dite: non è fra quelle
la chiave che apre quella gelosia?

Rosina
Sì, certo; è la più nuova.

Bartolo (rientrando)
(Ah, son pur buono
a lasciar qua quel diavolo di barbiere!)
Animo, va tu stesso.
(dando le chiavi a Figaro)
Passato il corridor, sopra l'armadio
il tutto troverai.
Bada, non toccar nulla

Figaro
Eh, non son matto.
(Allegri!) Vado e torno. (Il colpo è fatto.)
(Entra.)

Bartolo (al conte)
quel briccon, che al Conte
ha portato il biglietto di Rosina.

Conte
Mi sembra un imbroglion di prima sfera.

Bartolo
Eh, a me non me la ficca
(Si sente di dentro un gran rumore come di vasellame che si spezza.)
Ah, disgraziato me!

Rosina
Ah, che rumore!

Bartolo
Oh, che briccon! Me lo diceva il core.
(Entra.)

Conte (a Rosina)
Quel Figaro è un grand'uomo; or che siam soli,
ditemi, o cara: il vostro al mio destino
d'unir siete contenta?
Franchezza!

Rosina (con entusiasmo)
Ah, mio Lindoro,
altro io non bramo
(Si ricompone vedendo rientrar Bartolo e Figaro.)

Conte
Ebben?

Bartolo
Tutto mi ha rotto;
sei piatti, otto bicchieri, una terrina.

Figaro (mostrando di soppiatto al Conte la chiave della gelosia che avrà rubata dal mazzo)
Vedete che gran cosa! Ad una chiave
se io non mi attaccava per fortuna,
per quel maledettissimo
corridor così oscuro,
spezzato mi sarei la testa al muro.
Tiene ogni stanza al buio, e poi e poi

Bartolo
Oh, non più.

Figaro
Dunque andiam.
(al Conte e Rosina)
(Giudizio.)

Bartolo
A noi.
(Si dispone per sedere e farsi radere. In quella entra Basilio.)






SCENA QUINTA
Don Basilio e detti.

Rosina
Don Basilio!

Conte
(Cosa veggo!)

Figaro
(Quale intoppo!)

Bartolo
Come qua?

Basilio
Servitor di tutti quanti.

Bartolo
(Che vuol dir tal novità?)

Conte e Figaro
(Qui franchezza ci vorrà.)

Rosina
(Ah, di noi che mai sarà?)

Bartolo
Don Basilio, come state?

Basilio (stupito)
Come sto?

Figaro (interrompendo)
Or che s'aspetta?
Questa barba benedetta
la facciamo sì o no?

Bartolo (a Figaro)
Ora vengo!
(a Basilio)
E il Curiale?

Basilio (stupito)
Il Curiale?

Conte (interrompendo, a Basilio)
Io gli ho narrato
che già tutto è combinato.
Non è ver?

Bartolo
Sì, tutto io so.

Basilio
Ma, Don Bartolo, spiegatevi

Conte (c. s., a Bartolo)
Ehi, Dottore, una parola.
(a Basilio)
Don Basilio, son da voi.
(a Bartolo)
Ascoltate un poco qua.
(Fate un po' ch'ei vada via,
ch'ei ci scopra ho gran timore:
della lettera, signore,
ei l'affare ancor non sa.)

Bartolo
(Dite bene, mio signore;
or lo mando via di qua.)

Rosina
(Io mi sento il cor tremar!)

Figaro
(Non vi state a disperar.)

Basilio
(Ah, qui certo v'è un pasticcio;
non l'arrivo a indovinar.)

Conte (a Basilio)
Colla febbre, Don Basilio,
che v'insegna a passeggiar?
(Figaro ascoltando con attenzione si prepara a secondare il Conte)

Basilio (stupito)
Colla febbre?

Conte
E che vi pare?
Siete giallo come un morto.

Basilio
Come un morto?

Figaro (tastando il polso a Basilio)
Bagattella!
Cospetton! Che tremarella!
Questa è febbre scarlattina!

Conte (Da' a Basilio una borsa di soppiatto.)
Via, prendete medicina,
non vi state a rovinar.

Figaro
Presto, presto, andate a letto

Conte
Voi paura inver mi fate

Rosina
Dice bene, andate, andate

Tutti
Presto, andate a riposar.

Basilio (c. s.)
(Una borsa! Andate a letto!
Ma che tutti sian d'accordo!)

Tutti
Presto a letto.

Basilio
Eh, non son sordo.
Non mi faccio più pregar.

Figaro
Che color!

Conte
Che brutta cera!

Basilio
Brutta cera!

Conte,
Figaro e
Bartolo
Oh, brutta assai!

Basilio
Dunque vado

Tutti
Vada, vada!
Buona sera, mio signore,
presto, andate via di qua.
(Maledetto seccatore!)
Pace, sonno e sanità.

Basilio
Buona sera ben di core
poi diman si parlerà.
Non gridate, ho inteso già.
(Parte.)






SCENA SESTA
Rosina, Conte, Figaro e Bartolo.

Figaro
Orsù, signor Don Bartolo

Bartolo
Son qua.
(Bartolo siede, Figaro gli cinge al collo un asciugatoio disponendosi a fargli la barba; durante l'operazione Figaro va coprendo i due amanti.)
Stringi, bravissimo.

Conte
Rosina, deh, ascoltatemi.

Rosina
Vi ascolto; eccomi qua.
(Siedono fingendo studiar musica)

Conte (a Rosina, con cautela)
A mezzanotte in punto
a prendervi qui siamo:
or che la chiave abbiamo
non v'è da dubitar.

Figaro (distraendo Bartolo)
Ahi! ahi!

Bartolo
Che cos'è stato?

Figaro
Un non so che nell'occhio!
Guardate non toccate
soffiate per pietà

Rosina
A mezzanotte in punto,
anima mia, t'aspetto.
Io già l'istante affretto
che a te mi stringerà.

Conte
Ora avvertir vi voglio,
(Bartolo si alza e si avvicina agli amanti.)
cara, che il vostro foglio,
perché non fosse inutile
il mio travestimento

Bartolo (scattando)
Il suo travestimento?
Ah, ah! brava, bravissimo!
Ma bravi in verità!
Bricconi, birbanti!
Ah, voi tutti quanti
avete giurato
di farmi crepar!
Su, fuori, furfanti,
vi voglio accoppar.
Di rabbia, di sdegno
mi sento crepar.

Rosina,
Conte e
Figaro
L'amico delira,
la testa gli gira.
Ma zitto, Dottore,
vi fate burlar.
Tacete, tacete,
non serve gridar.
Intesi già siamo,
non vo' replicar.)
(Partono, meno Bartolo.)
 
 
SCENA SETTIMA
Bartolo solo, poi Ambrogio, indi Berta.

Bartolo
Ah! disgraziato me! ma come! ed io
no mi accorsi di nulla! Ah! Don Basilio
sa certo qualcosa. Ehi! chi è di là?
Chi è di là?
(Comparisce Ambrogio.)
Senti, Ambrogio:
corri da Don Basilio qui rimpetto,
digli ch'io qua l'aspetto,
che venga immantinente
che ho gran cose da dirgli e ch'io non vado
perché perché perché ho di gran ragioni.
Va' subito.
(Ambrogio parte ed entra Berta.)
(a Berta)
Di guardia
tu piantati alla porta, e poi no, no
non me ne fido. Io stesso ci starò.
(Parte.)






SCENA OTTAVA
Berta, sola.

Berta
Che vecchio sospettoso! Vada pure
e ci stia finché crepi
Sempre gridi e tumulti in questa casa;
si litiga, si piange, si minaccia
Non v'è un'ora di pace
con questo vecchio avaro, brontolone!
Oh, che casa! Oh, che casa in confusione!
Il vecchiotto cerca moglie,
vuol marito la ragazza;
quello freme, questa è pazza.
Tutti e due son da legar.
Ma che cosa è questo amore
che fa tutti delirar?
Egli è un male universale,
una smania, un pizzicore
un solletico, un tormento
Poverina, anch'io lo sento,
nè so come finirà.
Oh! vecchiaia maledetta
Sei da tutti disprezzata
E vecchietta disperata
mi convien così crepar.
(Parte.)






SCENA NONA
Camera con griglia come nel primo atto.
Bartolo e Don Basilio.

Bartolo (introducendo Don Basilio)
Dunque voi Don Alonso
non conoscete affatto?

Basilio
Affatto.

Bartolo
Ah, certo
il Conte lo mandò.
Qualche gran tradimento
qui si prepara.

Basilio
Io poi
dico che quell'amico
era il Conte in persona.

Bartolo
Il Conte?

Basilio
Il Conte.
(La borsa parla chiaro.)

Bartolo
Sia chi si vuole amico, dal notaro
vo' in questo punto andare; in questa sera
stipular di mie nozze io vo' il contratto.

Basilio
Il notar? siete matto?
Piove a torrenti, e poi
questa sera il notaro
impegnato con Figaro; il barbiere
marita sua nipote.

Bartolo
Una nipote?
Che nipote! Il barbiere
non ha nipoti. Ah, qui v'è qualche imbroglio.
Questa notte i bricconi
me la voglion far; presto, il notaro
qua venga sull'istante.
(Gli da' una chiave.)
Ecco la chiave del portone: andate,
presto, per carità.

Basilio
Non temete; in due salti io torno qua.
(Parte.)






SCENA DECIMA
Bartolo, indi Rosina.

Bartolo
Per forza o per amore
Rosina avrà da cedere. Cospetto!
Mi viene un'altra idea. Questo biglietto
(Cava dalla tasca il biglietto datogli dal Conte.)
che scrisse la ragazza ad Almaviva
potria servir che colpo da maestro!
Don Alonso, il briccone,
senza volerlo mi die' l'armi in mano.
Ehi, Rosina, Rosina, avanti, avanti;
(Rosina dalle sue camere entra senza parlare.)
del vostro amante io vi vo' dar novella.
Povera sciagurata! In verità
collocaste assai bene il vostro affetto!
Del vostro amor sappiate
ch'ei si fa gioco in sen d'un'altra amante.
Ecco la prova.
(Le da' il biglietto.)

Rosina (con doloroso stupore)
(Oh cielo! il mio biglietto!)

Bartolo
Don Alonso e il barbiere congiuran
contro voi; non vi fidate.
Nelle braccia del Conte d'Almaviva
vi vogliono condurre.

Rosina
(In braccio a un altro!
Che mai sento ah, Lindoro! ah, traditore!
Ah sì! vendetta e vegga,
vegga quell'empio chi è Rosina.) Dite
signore, di sposarmi
voi bramavate

Bartolo
E il voglio.

Rosina
Ebben, si faccia!
Io son contenta! ma all'istante. Udite:
a mezzanotte qui sarà l'indegno
con Figaro il barbier; con lui fuggire
per sposarlo io voleva

Bartolo
Ah, scellerati!
Corro a sbarrar la porta.

Rosina
Ah, mio signore!
Entran per la finestra. Hanno la chiave.

Bartolo
Non mi muovo di qui.
Ma e se fossero armati? Figlia mia,
poiché tu sei sì bene illuminata
facciam così. Chiuditi a chiave in camera,
io vo a chiamar la forza;
dirò che son due ladri, e come tali,
corpo di Bacco! l'avrem da vedere!
Figlia, chiuditi presto; io vado via.
(Parte.)

Rosina
Quanto, quanto è crudel la sorte mia!
(Parte.)
(Scoppia un temporale. Dalla finestra di prospetto si vedono frequenti lampi, e si sente il rumore del tuono. Sulla fine del temporale si vede dal di fuori aprirsi la gelosia, ed entrano uno dopo l'altro Figaro ed il Conte avvolti in mantelli e bagnati dalla pioggia. Figaro avrà in mano una lanterna accesa.)






SCENA UNDICESIMA
Il Conte e Figaro, indi Rosina.

Figaro
Alfin, eccoci qua.

Conte
Figaro, dammi man. Poter del mondo!
Che tempo indiavolato!

Figaro
Tempo da innamorati.

Conte
Ehi, fammi lume.
(Figaro accende i lumi.)
Dove sarà Rosina?

Figaro (spiando)
Ora vedremo eccola appunto.

Conte (con trasporto)
Ah, mio tesoro!

Rosina (respingendolo)
Indietro,
anima scellerata; io qui di mia
stolta credulità venni soltanto
a riparar lo scorno, a dimostrarti
qual sono, e quale amante
perdesti, anima indegna e sconoscente.

Conte (sorpreso)
Io son di sasso.

Figaro (sorpreso)
Io non capisco niente.

Conte
Ma per pietà

Rosina
Taci. Fingesti amore
per vendermi alle voglie
di quel tuo vil Conte Almaviva

Conte (con gioia)
Al Conte?
Ah, sei delusa! oh me felice adunque
tu di verace amore
ami Lindor rispondi

Rosina
Ah, sì! t'amai purtroppo!

Conte
Ah, non è tempo
di più celarsi, anima mia; ravvisa
(S'inginocchia gettando il mantello che viene raccolto da Figaro.)
colui che sì gran tempo
seguì tue tracce, che per te sospira,
che sua ti vuole; mira, o mio tesoro,
Almaviva son io, non son Lindoro.

Rosina (stupefatta, con gioia)
(Ah! qual colpo inaspettato!
Egli stesso? o Ciel, che sento!
Di sorpresa e di contento
son vicina a delirar.)

Figaro
(Son rimasti senza fiato:
ora muoion di contento.
Guarda, guarda il mio talento
che bel colpo seppe far!)

Conte
(Qual trionfo inaspettato!
Me felice! oh bel momento!
Ah! d'amore e di contento
son vicino a delirar.)

Rosina
Mio signor! ma voi ma io

Conte
Ah, non più, non più, ben mio.
Il bel nome di mia sposa,
idol mio, t'attende già.

Rosina
Il bel nome di tua sposa
oh, qual gioia al cor mi da'!

Conte
Sei contenta!

Rosina
Ah! mio signore!

Rosina E
Conte
Dolce nodo avventurato
che fai paghi i miei desiri!
Alla fin de' miei martiri
tu sentisti, amor, pietà.

Figaro
Presto andiamo, vi sbrigate;
via, lasciate quei sospiri.
Se si tarda, i miei raggiri
fanno fiasco in verità.
(guardando fuori del balcone)
Ah! cospetto! che ho veduto!
Alla porta una lanterna
due persone! che si fa?

Conte
Hai veduto due persone?

Figaro
Sì, signore.

Rosina,
Conte E
Figaro
Che si fa?
Zitti, zitti, piano, piano,
non facciamo confusione;
per la scala del balcone
presto andiamo via di qua.

Figaro (con angoscia)
Ah, disgraziati noi! come si fa?

Conte
Che avvenne mai?

Figaro
La scala

Conte
Ebben?

Figaro
La scala non v'è più.

Conte (sorpreso)
Che dici?

Figaro
Chi mai l'avrà levata?

Conte
Quale inciampo crudel!

Rosina (con dolore)
Me sventurata!

Figaro
Zi zitti sento gente. Ora ci siamo.
Signor mio, che si fa?

Conte
Mia Rosin, coraggio.
(Si avvolge nel mantello.)

Figaro
Eccoli qua.
(Si ritirano verso una delle quinte.)






SCENA DODICESIMA
Don Basilio con lanterna in mano, introducendo un Notaro con carte.

Basilio (chiamando alla quinta opposta)
Don Bartolo! Don Bartolo!

Figaro (accennando al Conte)
Don Basilio.

Conte
E quell'altro?

Figaro
Ve', ve', il nostro notaro. Allegramente.
Lasciate fare a me. Signor Notaro:
(Basilio e il Notaro si rivolgono e restano sorpresi. Il Notaro si avvicina a Figaro.)
dovevate in mia casa
stipular questa sera
il contratto di nozze
fra il conte d'Almaviva e mia nipote.
Gli sposi, eccoli qua. Avete indosso
la scrittura?
(I1 notaro cava la scrittura.)
Benissimo.

Basilio
Ma piano.
Don Bartolo dov'è?

Conte (chiamando a parte Basilio, cavandosi un anello dal dito, e additandogli di tacere)
Ehi, Don Basilio,
quest'anello è per voi

Basilio
Ma io

Conte (cavando una pistola)
Per voi
vi son ancor due palle nel cervello
se v'opponete.

Basilio (Prende l'anello.)
Oibò, prendo l'anello.
Chi firma?

Conte e
Rosina
Eccoci qua.
(sottoscrivono)

Conte
Son testimoni
Figaro e Don Basilio. Essa è mia sposa.

Figaro e
Basilio
Evviva!

Conte
Oh, mio contento!

Rosina
Oh, sospirata mia felicità!

Figaro
Evviva!
(Nell'atto che il Conte bacia la mano a Rosina, Figaro abbraccia goffamente Basilio, ed entrano Don Bartolo e un Uffiziale con Soldati.)






SCENA ULTIMA
Bartolo, Un Uffiziale con Soldati, e detti.

Bartolo (additanto Figaro ed il Conte all'Alcade ed ai soldati, e slanciandosi contro Figaro)
Fermi tutti. Eccoli qua.
UFFIZIALE
Colle buone, signor.

Bartolo
Signor, son ladri.
Arrestate, arrestate.

Uffiziale
Mio signore,
il suo nome?

Conte
Il mio nome
è quel d'un uom d'onor. Lo sposo io sono
di questa

Bartolo
Eh, andate al diavolo! Rosina
esser deve mia sposa: non è vero?

Rosina
Io sua sposa? Oh, nemmeno per pensiero.

Bartolo
Come? Come, fraschetta?
(additando il Conte)
Arrestate, vi dico è un ladro.

Figaro
Or or l'accoppo.

Bartolo
un furfante, è un briccon.

Uffiziale (al Conte)
Signore

Conte
Indietro!

Uffiziale (con impazienza)
Il nome?

Conte
Indietro, dico,
indietro

Uffiziale
Ehi, mio signor! basso quel tono.
Chi è lei?

Conte
Il Conte d'Almaviva io sono.

Bartolo
Il Conte! Ah, che mai sento!
Ma cospetto!

Conte
T'accheta, invan t'adopri,
resisti invan. De' tuoi rigori insani
giunse l'ultimo istante. In faccia al mondo
io dichiaro altamente
costei mia sposa.
(a Rosina)
Il nostro nodo, o cara,
opra è d'amore. Amore,
che ti fe' mia consorte
a te mi stringerà fino alla morte.
Respira ormai: del fido sposo in braccio,
vieni, vieni a goder sorte più lieta.

Bartolo
Ma io

Conte
Taci

Basilio
Ma voi

Conte
Olà, t'accheta.
Cessa di più resistere,
non cimentar mio sdegno.
Spezzato è il gioco indegno
di tanta crudeltà.
Della beltà dolente,
d'un innocente amore
l'avaro tuo furore
più non trionferà.
E tu, infelice vittima
d'un reo poter tiranno,
sottratta al giogo barbaro,
cangia in piacer l'affanno
e in sen d'un fido sposo
gioisci in libertà, cari amici

Coro
Non temete.

Conte
Questo nodo

Coro
Non si scioglie,
sempre a lei vi stringerà.

Conte
Ah, il più lieto, il più felice
è il mio cor de' cori amanti;
non fuggite, o lieti istanti
della mia felicità.

Coro
Annodar due cori amanti
è piacer che egual non ha.

Bartolo
Insomma, io ho tutti i torti

Figaro
Eh, purtroppo è così!

Bartolo (a Basilio)
Ma tu, briccone,
tu pur tradirmi e far da testimonio!

Basilio
Ah, Don Bartolo mio, quel signor Conte
certe ragioni ha in tasca,
certi argomenti a cui non si risponde.

Bartolo
Ed io, bestia solenne,
per meglio assicurare il matrimonio,
io portai via la scala del balcone.

Figaro
Ecco che fa un'Inutil Precauzione.

Bartolo
Ma e la dote? io non posso

Conte
Eh, via; di dote
io bisogno non ho: va, te la dono.

Figaro
Ah, ah! ridete adesso?
Bravissimo, Don Bartolo,
ho veduto alla fin rasserenarsi
quel vostro ceffo amaro e furibondo.
Eh, i bricconi han fortuna in questo mondo.

Rosina
Dunque, signor Don Bartolo?

Bartolo
Sì, sì, ho capito tutto.

Conte
Ebben, dottore?

Bartolo
Sì, sì, che serve? quel ch'è fatto è fatto.
Andate pur, che il ciel vi benedica.

Figaro
Bravo, bravo, un abbraccio;
venite qua, dottore.

Rosina
Ah, noi felici!

Conte
Oh, fortunato amore!

Figaro
Di sì felice innesto
serbiam memoria eterna;
io smorzo la lanterna;
qui più non ho che far.
(Smorza la lanterna.)

Rosina
Costò sospiri e pianti
un sì felice istante:
alfin quest'alma amante
comincia a respirar.

Coro
Amore e fede eterna
si vegga in voi regnar.



FINE