Cesare Sterbini
IL BARBIERE DI SIVIGLIA
(Melodramma buffo in due atti messo in musica da Gioacchino Rossini)
Prima rappresentazione: Roma, Teatro Argentina, 20 Febbraio 1816
Personaggi
Il Conte d'Almaviva tenore
Bartolo, dottore in medicina tutore di basso comico
Rosina, ricca pupilla in casa di Bartolo contralto
Figaro,
barbiere baritono
Basilio, maestro di musica di
Rosina, ipocrita basso
Fiorello, servitore
d'Almaviva tenore
Ambrogio servitore di Bartolo
basso
Berta, vecchia cameriera di Bartolo soprano
Un
ufficiale basso
Cori e comparse: un alcade,
o magistrato, un Notaio, alguazil ( birri ) soldati, suonatori
d'istrumenti
La scena si rappresenta in Siviglia.
Atto
Primo
SCENA PRIMA
Una piazza della città
di Siviglia. Il momento dell'azione è sul terminar della
notte. A sinistra è la casa di Bartolo, con balcone
praticabile, circondato da gelosia, che deve aprirsi e chiudersi - a
suo tempo- con chiave. Fiorello, con lanterna nelle mani,
introducendo sulla scena vari suonatori di strumenti. Indi il Conte
avvolto in un mantello.
Fiorello
(avanzandosi con cautela)
Piano, pianissimo,
senza
parlar,
tutti con me
venite qua.
Coro
Piano,
pianissimo,
eccoci qua.
Tutti
Tutto è
silenzio;
nessun qui sta
che i nostri canti
possa
turbar.
Conte (sottovoce)
Fiorello
Olà
Fiorello
Signor son
qua.
Conte
Ebben! gli amici?
Fiorello
Son
pronti già.
Conte
Bravi,
bravissimi,
fate silenzio;
piano, pianissimo,
senza
parlar.
Coro
Piano, pianissimo, senza
parlar.
(I Suonatori accordano gli istrumenti, e il Conte canta
accompagnato da essi.)
Conte
Ecco,
ridente in cielo
spunta la bella aurora,
e tu non sorgi
ancora
e puoi dormir così?
Sorgi, mia dolce
speme,
vieni, bell'idol mio;
rendi men crudo, oh Dio,
lo
stral che mi ferì.
Oh sorte! già veggo
quel caro
sembiante;
quest'anima amante
ottenne pietà.
Oh
istante d'amore!
Oh dolce contento!
Soave momento
che eguale
non ha!
Ehi, Fiorello?
Fiorello
Mio
Signore
Conte
Di', la vedi?
Fiorello
Signor
no.
Conte
Ah, ch'è vana ogni
speranza!
Fiorello
Signor Conte, il giorno
avanza
Conte
Ah! che penso! che farò?
Tutto
è vano buona gente!
Coro (sottovoce)
Mio
signor
Conte
Avanti, avanti.
(Da' la
borsa a Fiorello, il quale distribuisce i denari a tutti.)
Più
di suoni, più di canti
io bisogno ormai non
ho.
Fiorello
Buona notte a tutti quanti,
più
di voi che far non so.
(I Suonatori circondano il Conte
ringraziandolo e baciandogli la mano e il vestito. Egli, indispettito
per lo strepito che fanno, li va cacciando. Lo stesso fa anche
Fiorello.)
Coro
Mille grazie mio
signore
del favore dell'onore
Ah, di tanta cortesia obbligati
in verità.
(Oh, che incontro fortunato!
un signor di
qualità.)
Conte
Basta, basta, non
parlate
Ma non serve, non gridate
Maledetti, andate via
Ah,
canaglia, via di qua.
Tutto quanto il vicinato
questo chiasso
sveglierà.
Fiorello
Zitti, zitti che
rumore!
Ma che onore? che favore?
Maledetti, andate via Ah,
canaglia, via di qua!
Ve', che chiasso indiavolato! Ah, che rabbia
che mi fa!
(I suonatori partono.)
SCENA
SECONDA
Il Conte e Fiorello.
Conte
Gente
indiscreta!
Fiorello
Ah, quasi con quel
chiasso importuno
tutto quanto il quartiere han risvegliato.
Alfin
sono partiti!
Conte (guardando verso la
ringhiera)
E non si vede!
inutile sperar.
(Passeggia
riflettendo.)
(Eppur qui voglio
aspettar di vederla. Ogni
mattina
ella su quel balcone a prender fresco
viene
sull'aurora.
Proviamo.) Olà, tu ancora
ritirati,
Fiorel.
Fiorello
Vado. Là in
fondo
attenderò suoi ordini.
(Si ritira.)
Conte
Con
lei
se parlar mi riesce,
non voglio testimoni. Che a
quest'ora
io tutti i giorni qui vengo per lei
dev'essersi
avveduta. Oh, vedi, amore
a un uomo del mio rango
come l'ha
fatta bella! Eppure, eppure
dev'essere mia sposa
(Si sente
da lontano venire Figaro cantando.)
Chi è mai
quest'importuno?
Lasciamolo passar; sotto quegli archi,
non
veduto, vedrò quanto bisogna;
già l'alba appare e
amor non si vergogna.
(Si nasconde sotto il
portico.)
SCENA TERZA
Figaro,
con la chitarra appesa al collo.
Figaro
Largo
al factotum
della città.
Presto a bottega,
ché
l'alba è già.
Ah, che bel vivere,
che bel
piacere
per un barbiere
di qualità!
Ah, bravo
Figaro!
Bravo, bravissimo;
fortunatissimo
per verità!
Pronto
a far tutto,
la notte e il giorno
sempre d'intorno,
in giro
sta.
Miglior cuccagna
per un barbiere,
vita più
nobile,
no, non si da'.
Rasoi e pettini,
lancette e
forbici,
al mio comando
tutto qui sta.
V'è la
risorsa,
poi, del mestiere
colla donnetta
col cavaliere
Ah,
che bel vivere,
che bel piacere
per un barbiere
di
qualità!
Tutti mi chiedono,
tutti mi vogliono,
donne,
ragazzi,
vecchi, fanciulle:
Qua la parrucca
Presto la
barba
Qua la sanguigna
Presto il biglietto
Figaro Figaro
Son
qua, son qua.
Figaro Figaro.
Eccomi qua.
Ahimè, che
furia!
Ahimè, che folla!
Uno alla volta,
per
carità!
Pronto prontissimo
son come il fulmine:
sono
il factotum
della città.
Ah, bravo Figaro!
bravo,
bravissimo;
a te fortuna
non mancherà.
SCENA
QUARTA
Figaro, poi il Conte.
Figaro
Ah,
ah! che bella vita!
Faticar poco, divertirsi assai,
e in tasca
sempre aver qualche doblone
gran frutto della mia
riputazione.
Ecco qua: senza Figaro
non si accasa in Siviglia
una ragazza:
a me la vedovella
ricorre pel marito: io, colla
scusa
del pettine di giorno,
della chitarra col favor la
notte,
a tutti onestamente,
non fo per dir, m'adatto a far
piacere,
oh che vita, che vita! Oh che mestiere!
Orsù,
presto a bottega
Conte (avanzandosi)
desso,
o pur m'inganno?)
Figaro (scorgendo il
Conte)
(Chi sarà mai costui?)
Conte
(Oh,
è lui senz'altro!)
Figaro!
Figaro
Mio
padrone
(riconoscendo il Conte)
Oh, chi veggo!
Eccellenza!
Conte
Zitto, zitto, prudenza!
Qui
non son conosciuto,
nè vo' farmi conoscere. Per questo
ho
le mie gran ragioni.
Figaro
Intendo,
intendo,
la lascio in libertà.
Conte
No
no
Figaro
Che serve?
Conte
No,
dico: resta qua;
forse ai disegni miei
non giungi inopportuno
ma cospetto,
dimmi un po', buona lana
come ti trovo qua? poter
del mondo!
Ti veggo grasso e tondo
Figaro
La
miseria, signore!
Conte
Ah
birbo!
Figaro
Grazie.
Conte
Hai
messo ancor giudizio?
Figaro
Oh! e come ed
ella,
come in Siviglia?
Conte
Or te lo
spiego. Al Prado
vidi un fior di bellezza, una fanciulla
figlia
d'un certo medico barbogio
che qua da pochi dì s'è
stabilito.
Io, di questa invaghito,
lasciai patria e parenti, e
qua men venni.
E qua la notte e il giorno
passo girando a que'
balconi intorno.
Figaro
A que' balconi? un
medico? Oh cospetto!
Siete ben fortunato;
sui maccheroni il
cacio v'è cascato.
Conte
Come?
Figaro
Certo.
Là dentro
io son barbiere, parrucchier, chirurgo
botanico,
spezial, veterinario,
i1 faccendier di casa.
Conte
Oh
che sorte!
Figaro
Non basta. La
ragazza
figlia non è del medico. È soltanto
la
sua pupilla!
Conte
Oh, che
consolazione!
Figaro
Perciò
zitto!
Conte
Cos'è?
Figaro
S'apre
il balcone.
(Si ritirano sotto il portico.)
SCENA
QUINTA
Rosina, poi Bartolo, e detti.
Rosina
(dal balcone)
Non è venuto ancor. Forse
Conte
Oh,
mia vita!
Mio nume! mio tesoro!
Vi veggo alfine, alfine
Rosina
(estraendo un biglietto)
Oh, che vergogna!
Vorrei dargli
il biglietto
Bartolo (apparendo al
balcone)
Ebben, ragazza?
Il tempo è buono. Cos'è
quella carta?
Rosina
Niente, niente, signor:
son le parole
dell'aria dell'Inutil Precauzione.
Conte
Ma
brava dell'Inutil Precauzione
Figaro
Che
furba!
Bartolo
Cos'è questa
Inutil
Precauzione?
Rosina
Oh, bella! è il
titolo
del nuovo dramma in musica.
Bartolo
Un
dramma! Bella cosa! sarà al solito
un dramma semiserio,
un
lungo, malinconico, noioso,
poetico strambotto!
Barbaro gusto!
secolo corrotto!
Rosina (lasciando cadere il
biglietto)
Oh, me meschina! l'aria m'è caduta.
(a
Bartolo)
Raccoglietela presto.
Bartolo
Vado,
vado.
(Si ritira.)
Rosina (verso
il Conte)
Ps Ps
Conte
Ho inteso.
(Raccoglie il foglio.)
Rosina
Presto.
Conte
Non
temete.
(Si nasconde.)
Bartolo
(uscendo sulla via)
Son qua.
Dov'è?
Rosina
Ah,
il vento l'ha portata via.
Guardate.
Bartolo
Io
non la veggo.
Eh, signorina, non vorrei (Cospetto!
Costei
m'avesse preso!) In casa, in casa,
animo, su! A chi dico? In casa,
presto.
Rosina
Vado, vado. Che
furia!
Bartolo
Quel balcone io voglio far
murare
Dentro, dico.
Rosina
Ah, che vita
da crepare!
(Rosina si ritira dal balcone. Bartolo rientra in
casa.)
Conte
Povera disgraziata!
Il
suo stato infelice
sempre più m'interessa.
Figaro
Presto,
presto:
vediamo cosa scrive.
Conte
Appunto.
Leggi.
Figaro (Legge il biglietto.)
"Le
vostre assidue premure hanno eccitata la mia curiosità il mio
tutore per uscir di casa; appena si sarà allontanato,
procurate con qualche mezzo ingegnoso d'indicarmi il vostro nome, il
vostro stato e le vostre intenzioni. Io non posso giammai comparire
al balcone senza l'indivisibile compagnia del mio tiranno. Siate però
certo che tutto è disposta a fare, per rompere le sue catene,
la sventurata Rosina."
Conte
Sì,
sì, le romperà. Su, dimmi un poco:
che razza d'uomo
è questo suo tutore?
Figaro
È
un vecchio indemoniato avaro,
sospettoso, brontolone; avrà
cent'anni indosso
e vuol fare il galante: indovinate?
Per
mangiare a Rosina
tutta l'eredità s'è fitto in
capo
di volerla sposare. Aiuto!
Conte
Che?
Figaro
S'apre
la porta.
(Si ritirano in fretta. Bartolo esce di
casa.)
Bartolo (parlando verso la
porta)
Fra momenti io torno;
non aprite a nessun. Se Don
Basilio
venisse a ricercarmi, che m'aspetti.
(Le mie nozze con
lei meglio è affrettare.
Sì, dentr'oggi finir vo'
quest'affare.)
(Parte.)
SCENA
SESTA
Il Conte e Figaro, poi Rosina.
Conte
(fuori con Figaro)
Dentr'oggi le sue nozze con Rosina!
Ah,
vecchio rimbambito!
Ma dimmi or tu! chi è questo Don
Basilio?
Figaro
È un solenne
imbroglion di matrimoni,
un collo torto, un vero disperato,
sempre
senza un quattrino
Già, è maestro di musica;
insegna
alla ragazza.
Conte
Bene, bene;
tutto
giova saper.
Figaro
Ora pensate della bella
Rosina a soddisfar le brame.
Conte
Il nome
mio
non le vo' dir nè il grado; assicurarmi
vo' pria
ch'ella ami me, me solo al mondo,
non le ricchezze e i titoli
del
conte d'Almaviva. Ah, tu potresti
Figaro
Io?
no, signore; voi stesso dovete
Conte
Io
stesso? e come?
Figaro
Zitto? Eccoci a
tiro,
osservate: perbacco, non mi sbaglio.
Dietro la gelosia
sta la ragazza;
presto, presto all'assalto, niun ci vede.
In
una canzonetta,
così, alla buona, il tutto
spiegatele,
signor
Conte
Una canzone?
Figaro
Certo.
Ecco la chitarra; presto, andiamo.
Conte
Ma
io
Figaro
Oh che pazienza!
Conte
Ebben,
proviamo.
Se i1 mio nome saper voi bramate,
dal mio labbro il
mio nome ascoltate.
Io son Lindoro
che fido v'adoro,
che
sposa vi bramo,
che a nome vi chiamo,
di voi sempre parlando
così
dall'aurora al tramonto del dì.
Rosina
(dentro la casa)
Segui, o caro; deh, segui
così!
Figaro
Sentite. Ah! che vi
pare?
Conte
Oh, me felice!
Figaro
Da
bravo, a voi, seguite.
Conte
L'amoroso e
sincero Lindoro,
non può darvi, mia cara, un tesoro.
Ricco
non sono,
ma un core vi dono,
un'anima amante
che fida e
costante
per voi sola sospira così
dall'aurora al
tramonto del dì.
Rosina
L'amorosa e sincera
Rosina
del suo core Lindo
(Si ritira dal balcone.)
SCENA
SETTIMA
Il Conte e Figaro.
Conte
Oh
cielo!
Figaro
Nella stanza
convien dir che
qualcuno entrato sia.
Ella si è ritirata.
Conte
(con enfasi)
Ah cospettone!
Io già deliro
avvampo! Oh, ad ogni costo
vederla io voglio. Vo' parlarle! Ah,
tu,
tu mi devi aiutar.
Figaro
Ih, ih, che
furia!
Sì, sì, v'aiuterò.
Conte
Da
bravo: entr'oggi
vo' che tu m'introduca in quella casa.
Dimmi,
come farai? via! del tuo spirito
vediam qualche
prodezza.
Figaro
Del mio spirito
Bene
vedrò ma in oggi
Conte
Eh via!
t'intendo.
Va là, non dubitar; di tue fatiche
largo
compenso avrai.
Figaro
Davver?
Conte
Parola.
Figaro
Dunque,
oro a discrezione?
Conte
Oro a
bizzeffe.
Animo, via.
Figaro
Son pronto.
Ah, non sapete
i simpatici effetti prodigiosi
che, ad appagare
il mio signor Lindoro,
produce in me la dolce idea
dell'oro.
All'idea di quel metallo
portentoso, onnipossente,
un
vulcano la mia mente
incomincia a diventar.
Conte
Su,
vediam di quel metallo
qualche effetto sorprendente
del vulcan
della tua mente
qualche mostro singolar.
Figaro
Voi
dovreste travestirvi,
per esempio da soldato.
Conte
Da
soldato?
Figaro
Sì, signore.
Conte
Da
soldato? e che si fa?
Figaro
Oggi arriva un
reggimento.
Conte
Sì, è mio
amico il Colonnello.
Figaro
Va
benon.
Conte
Eppoi?
Figaro
Cospetto!
Dell'alloggio
col biglietto
quella porta s'aprirà.
Che ne dite, mio
signore?
Non vi par? Non l'ho trovata?
Conte
Che
invenzione prelibata!
Bravo, bravo,
in verità!
Bella,
bella.
Figaro
Piano, piano un'altra
idea!
Veda l'oro cosa fa.
Ubriaco sì, ubriaco,
mio
signor, si fingerà.
Conte
Ubriaco?
Figaro
Sì,
signore.
Conte
Ubriaco? Ma
perché?
Figaro
Perché d'un ch'è
poco in sè
(imitando moderatamente i moti d'un
ubriaco)
che dal vino casca già,
il tutor, credete a
me,
il tutor si fiderà.
A due
Che
invenzione prelibata!
Bravo, bravo,
in verità!
Bella,
bella.
Conte
Dunque
Figaro
All'opra.
Conte
Andiam.
Figaro
Da
bravo.
Conte
Vado Oh, il meglio mi
scordavo!
Dimmi un po', la tua bottega per trovarti, dove
sta?
Figaro
La bottega? Non si
sbaglia;
guardi bene; eccola là.
(additando fra le
quinte)
Numero quindici a mano manca
quattro gradini,
facciata bianca,
cinque parrucche nella vetrina
sopra un
cartello "Pomata fina",
mostra in azzurro alla
moderna,
v'è per insegna una lanterna
Là senza
fallo mi troverà.
Conte
Ho ben
capito
Figaro
Or vada presto.
Conte
Tu
guarda bene
Figaro
Io penso al
resto.
Conte
Di te mi fido
Figaro
Colà
l'attendo.
Conte
Mio caro
Figaro
Figaro
Intendo,
intendo.
Conte
Porterò meco
Figaro
La
borsa piena.
Conte
Sì, quel che vuoi,
ma il resto poi
Figaro
Oh non si dubiti, che
bene andrà
Conte
Ah, che d'amore
la
fiamma io sento,
nunzia di giubilo
e di contento!
Ecco
propizia
che in sen mi scende;
d'ardore insolito
quest'alma
accende,
e di me stesso
maggior mi fa.
Figaro
Delle
monete
il suon già sento!
L'oro già viene,
viene
l'argento;
eccolo, eccolo
che in tasca scende;
e di me
stesso
maggior mi fa.
(Figaro entra in casa di Bartolo, il
Conte parte.)
SCENA
OTTAVA
(Fiorello solo)
Fiorello
(entrando)
Evviva il mio padrone!
Due ore, ritto in
pie', là come un palo
mi fa aspettare e poi
mi pianta e
se ne va. Corpo di Bacco!
Brutta cosa servire
un padron come
questo,
nobile, giovinotto e innamorato;
questa vita, cospetto,
è un gran tormento!
Ah, durarla così non me la
sento!
(Parte.)
SCENA
NONA
Camera nella casa di don Bartolo. Di prospetto la
finestra con gelosia, come nella scena prima. Rosina,
sola.
Rosina
Una voce poco fa
qui nel
cor mi risuonò;
il mio cor ferito è già,
e
Lindor fu che il piagò.
Sì, Lindoro mio sarà;
lo
giurai, la vincerò.
Il tutor ricuserà,
io
l'ingegno aguzzerò.
Alla fin s'accheterà
e
contenta io resterò
Sì, Lindoro mio sarà;
lo
giurai, la vincerò.
Io sono docile, son rispettosa,
sono
obbediente, dolce, amorosa;
mi lascio reggere, mi fo guidar.
Ma
se mi toccano dov'è il mio debole
sarò una vipera e
cento trappole
prima di cedere farò giocar.
Sì
sì, la vincerò. Potessi almeno
mandargli questa
lettera. Ma come?
Di nessun qui mi fido;
il tutore ha
cent'occhi basta, basta;
sigilliamola intanto.
(Va allo
scrittoio e suggella la lettera.)
Con Figaro, il barbier,
dalla finestra
discorrer l'ho veduto più d'un'ora;
Figaro
è un galantuomo,
un giovin di buon core
Chi sa ch'ei non
protegga il nostro amore.
SCENA
DECIMA
Figaro e detta.
Figaro
Oh
buon dì, signorina!
Rosina
Buon
giorno, signor Figaro.
Figaro
Ebbene, che si
fa?
Rosina
Si muor di noia.
Figaro
Oh
diavolo! Possibile!
Un ragazza bella e spiritosa
Rosina
Ah,
ah, mi fate ridere!
Che mi serve lo spirito
che giova la
bellezza
se chiusa io sempre sto fra quattro mura
che mi par
d'esser proprio in sepoltura?
Figaro
In
sepoltura? ohibò!
(chiamandola a parte)
Sentite
io voglio
Rosina
Ecco il
tutor.
Figaro
Davvero?
Rosina
Certo,
certo; è il suo passo
Figaro
Salva,
salva; fra poco
ci rivedrem: ho a dirvi qualche cosa.
Rosina
E
ancor io, signor Figaro.
Figaro
Bravissima.
Vado.
(Si
nasconde, poi tratto tratto si fa vedere.)
Rosina
Quanto
è garbato!
(Si ritira.)
SCENA
UNDICESIMA
Bartolo, Rosina, indi Berta e
Ambrogio.
Bartolo
Ah, disgraziato
Figaro!
ah, indegno! ah, maledetto! ah, scellerato!
Rosina
(Ecco
qua: sempre grida.)
Bartolo
Ma si può
dar di peggio!
Uno spedale ha fatto
di tutta la famiglia
a
forza d'oppio, sangue e stranutiglia.
Signorina, il barbiere
lo
vedeste?
Rosina
Perché?
Bartolo
Perché
lo vo' sapere.
Rosina
Forse anch'egli
v'adombra?
Bartolo
E perché
no?
Rosina
Ebben, ve lo dirò. Sì,
l'ho veduto,
gli ho parlato, mi piace, m'è simpatico
il
suo discorso, il suo gioviale aspetto
(Crepa di rabbia, vecchio
maledetto.)
(Parte.)
Bartolo
Vedete
che grazietta!
Più l'amo, e più mi sprezza la
briccona.
Certo, certo è il barbiere
che la mette in
malizia.
Chi sa cosa le ha detto!
Chi sa! Or lo saprò.
Ehi, Berta, Ambrogio!
Berta (entrando e
starnutendo)
Eccì
(entra Ambrogio
sbadigliando)
Ambrogio
Ah! che
comanda?
Bartolo
Dimmi.
Berta
Eccì
Bartolo
Il
barbiere parlato ha con Rosina?
Berta
Eccì
Bartolo
Rispondi
almen tu, babbuino!
Ambrogio (sbadigliando)
Ah,
ah!
Bartolo
Che pazïenza!
Ambrogio
Ah,
ah! che sonno!
Bartolo
Ebben!
Berta
Venne,
ma io
Bartolo
Rosina
Ambrogio
Ah!
Berta
Eccì
Bartolo
Che
serve! Eccoli qua, son mezzo
morti.
Andate.
Ambrogio
Ah!
Berta
Eccì
Bartolo
Eh,
il diavol che vi porti!
(Berta e Ambrogio partono)
SCENA
DODICESIMA
Bartolo, indi don Basilio
Bartolo
Ah!
Barbiere d'inferno
Tu me la pagherai. Qua, Don Basilio;
giungete
a tempo! Oh! Io voglio,
per forza o per amor, dentro domani
sposar
la mia Rosina. Avete inteso?
Basilio (dopo
molte riverenze)
Eh, voi dite benissimo
e appunto io qui
veniva ad avvisarvi
(chiamando a parte)
Ma segretezza! È
giunto
il Conte d'Almaviva.
Bartolo
Chi?
L'incognito amante
della Rosina?
Basilio
Appunto
quello.
Bartolo
Oh diavolo!
Ah, qui ci vuol
rimedio!
Basilio
Certo; ma alla
sordina.
Bartolo
Sarebbe a
dir?
Basilio
Così, con buona
grazia
bisogna principiare
a inventar qualche favola
che al
pubblico lo metta in mala vista,
che comparir lo faccia
un uomo
infame, un'anima perduta
Io, io vi servirò: fra quattro
giorni,
credete a me, Basilio ve lo giura,
noi lo farem
sloggiar da queste mura.
Bartolo
E voi
credete?
Basilio
Oh certo! È il mio
sistema.
E non sbaglia.
Bartolo
E
vorreste?
Ma una calunnia
Basilio
Ah,
dunque
la calunnia cos'è voi non sapete?
Bartolo
No,
davvero.
Basilio
No? Uditemi e tacete.
La
calunnia è un venticello,
un'auretta assai gentile
che
insensibile, sottile,
leggermente, dolcemente
incomincia a
sussurrar.
Piano piano, terra terra,
sottovoce, sibilando,
va
scorrendo, va ronzando;
nelle orecchie della gente
s'introduce
destramente
e le teste ed i cervelli
fa stordire e fa
gonfiar.
Dalla bocca fuori uscendo
lo schiamazzo va
crescendo
prende forza a poco a poco,
vola già di loco
in loco;
sembra il tuono, la tempesta
che nel sen della
foresta
va fischiando, brontolando
e ti fa d'orror gelar.
Alla
fin trabocca e scoppia,
si propaga, si raddoppia
e produce
un'esplosione
come un colpo di cannone,
un terremoto, un
temporale,
un tumulto generale,
che fa l'aria rimbombar.
E
il meschino calunniato,
avvilito, calpestato,
sotto il pubblico
flagello
per gran sorte ha crepar.
Ah! che ne
dite?
Bartolo
Eh! sarà ver, ma
intanto
si perde tempo e qui stringe il bisogno.
No: vo' fare a
mio modo:
in mia camera andiam. Voglio che insieme
i1 contratto
di nozze ora stendiamo.
Quando sarà mia moglie,
da
questi zerbinotti innamorati
metterla in salvo sarà pensier
mio.
Basilio
(Vengan denari: al resto son qua
io.)
(Entrano nella prima camera a destra.)
SCENA
TREDICESIMA
Figaro uscendo con precauzione, indi
Rosina.
Figaro
Ma bravi! ma benone!
Ho
inteso tutto. Evviva il buon dottore!
Povero babbuino!
Tua
sposa? Eh via pulisciti il bocchino.
Or che stan là
chiusi,
procuriam di parlare alla ragazza:
eccola
appunto.
Rosina (entrando)
Ebbene,
signor Figaro.
Figaro
Gran cose,
signorina.
Rosina
Sì,
davvero?
Figaro
Mangerem dei
confetti.
Rosina
Come sarebbe a
dir?
Figaro
Sarebbe a dire
che il vostro
bel tutore ha stabilito
esser dentro doman vostro
marito.
Rosina
Eh, via!
Figaro
Oh,
ve lo giuro;
a stender il contratto
col maestro di musica
là
dentro or s'è serrato.
Rosina
Sì?
oh, l'ha sbagliata affè!
Povero sciocco! L'avrà a
far con me.
Ma dite, signor Figaro,
voi poco fa sotto le mie
finestre
parlavate a un signore
Figaro
Ah,
un mio cugino,
un bravo giovinotto; buona testa,
ottimo cuor;
qui venne
i suoi studi a compire
e il poverin cerca di far
fortuna.
Rosina
Fortuna? oh, la
farà.
Figaro
Oh, ne dubito assai: in
confidenza
ha un gran difetto addosso.
Rosina
Un
gran difetto
Figaro
Ah, grande: è
innamorato morto.
Rosina
Sì,
davvero?
Quel giovane, vedete
m'interessa
moltissimo.
Figaro
Per bacco!
Rosina
Non
mi credete?
Figaro
Oh sì!
Rosina
E
la sua bella,
dite, abita lontano?
Figaro
Qui!
due passi.
Rosina
Ma è
bella?
Figaro
Oh, bella assai!
Eccovi il
suo ritratto in due parole:
grassotta, genialotta,
capello
nero, guancia porporina,
occhio che parla, mano che
innamora
Rosina
E il nome?
Figaro
Ah,
il nome ancora?
Il nome ah, che bel nome!
Si
chiama
Rosina
Ebbene, si chiama?
Figaro
Si
chiama Rosina.
Rosina
Dunque io son tu non
m'inganni?
Dunque io son la fortunata!
(Già me l'ero
immaginata:
lo sapeva pria di te.)
Figaro
Di
Lindoro il vago oggetto
siete voi, bella Rosina.
(Oh, che volpe
sopraffina,
ma l'avrà da far con me.)
Rosina
Senti,
senti ma a Lindoro
per parlar come si fa?
Figaro
Zitto,
zitto, qui Lindoro
per parlarvi or or sarà.
Rosina
Per
parlarmi? Bravo! bravo!
Venga pur, ma con prudenza;
io già
moro d'impazienza!
Ma che tarda? ma che fa?
Figaro
Egli
attende qualche segno,
poverin, del vostro affetto;
sol due
righe di biglietto
gli mandate, e qui verrà.
Che ne
dite?
Rosina
Non vorrei
Figaro
Su,
coraggio.
Rosina
Non saprei
Figaro
Sol
due righe
Rosina
Mi vergogno
Figaro
Ma
di che? di che? si sa!
(andando allo scrittoio)
Presto, presto;
qua un biglietto.
Rosina
(Richiamandolo,
cava dalla tasca il biglietto e glielo da.)
Un biglietto?
eccolo qua.
Figaro (attonito)
Già
era scritto? Ve', che bestia!
Il maestro faccio a lei!
Ah, che
in cattedra costei
di malizia può dettar.
Donne, donne,
eterni Dei,
chi vi arriva a indovinar?
Rosina
Fortunati
affetti miei!
Io comincio a respirar.
Ah, tu solo, amor, tu
sei
che mi devi consolar!
(Figaro parte.)
SCENA
QUATTORDICESIMA
Rosina, indi Bartolo.
Rosina
Ora
mi sento meglio. Questo Figaro
è un bravo
giovinotto.
Bartolo (entrando)
Insomma,
colle buone,
potrei sapere dalla mia Rosina
che venne a far
colui questa mattina?
Rosina
Figaro? Non so
nulla.
Bartolo
Ti parlò?
Rosina
Mi
parlò.
Bartolo
Che ti
diceva?
Rosina
Oh! mi parlò di cento
bagattelle
Del figurin di Francia,
del mal della sua figlia
Marcellina.
Bartolo
Davvero! Ed io
scommetto
che portò la risposta al tuo
biglietto.
Rosina
Qual
biglietto?
Bartolo
Che serve! L'arietta
dell'Inutil Precauzione
che ti cadde staman giù dal
balcone.
Vi fate rossa? (Avessi indovinato!)
Che vuol dir
questo dito
così sporco d'inchiostro?
Rosina
Sporco?
oh, nulla.
Io me l'avea scottato
e coll'inchiostro or or l'ho
medicato.
Bartolo
(Diavolo!) E questi
fogli
Or son cinque eran sei.
Rosina
Que'
fogli? è vero.
D'uno mi son servita
a mandar dei
confetti a Marcellina.
Bartolo
Bravissima! E
la penna
perché fu temperata?
Rosina
(Maledetto!)
La penna!
Per disegnare un fiore sul tamburo.
Bartolo
Un
fiore?
Rosina
Un fiore.
Bartolo
Un
fiore. Ah!
fraschetta!
Rosina
Davver.
Bartolo
Zitta!
Rosina
Credete.
Bartolo
Basta
così.
Rosina
Signor..
Bartolo
Non
più tacete.
A un dottor della mia sorte
queste scuse,
signorina!
Vi consiglio, mia carina,
un po' meglio a
imposturar.
I confetti alla ragazza!
Il ricamo sul tamburo!
Vi
scottaste: eh via! eh via!
Ci vuol altro, figlia mia,
per
potermi corbellar.
Perché manca là quel foglio?
Vo'
saper cotesto imbroglio.
Sono inutili le smorfie;
ferma là,
non mi toccate!
Figlia mia non lo sperate
ch'io mi lasci
infinocchiar.
Via, carina, confessate;
son disposto a
perdonar.
Non parlate? Vi ostinate?
So ben io quel che ho da
far.
Signorina, un'altra volta
quando Bartolo andrà
fuori,
la consegna ai servitori a suo modo far saprà.
Ah,
non servono le smorfie,
faccia pur la gatta morta.
Cospetton!
per quella porta
nemmen l'aria entrar potrà.
E Rosina
innocentina,
sconsolata, disperata,
in sua camera serrata
fin
ch'io voglio star dovrà.
(Parte.)
SCENA
QUINDICESIMA
Rosina, sola.
Rosina
Brontola
quanto vuoi,
chiudi porte e finestre. Io me ne rido:
già
di noi femmine alla più marmotta
per aguzzar l'ingegno
e
far la spiritosa, tutto a un tratto,
basta chiuder la chiave e il
colpo è fatto.
(Parte.)
SCENA
SEDICESIMA
Berta, poi il Conte.
Berta
(entrando)
Finora in questa camera
mi parve di sentir un
mormorio;
sarà stato il tutor, colla pupilla
non ha
un'ora di ben queste ragazze
non la voglion capir.
(Si batte
alla porta.)
Battono.
Conte (di
dentro)
Aprite.
Berta
Vengo Eccì
ancora dura;
quel tabacco m'ha posta in sepoltura.
(Corre ad
aprire.)
SCENA DICIASSETTESIMA
Il
Conte travestito da soldato di cavalleria, indi Bartolo.
Conte
Ehi
di casa! buona gente!
Ehi di casa! niun mi sente!
Bartolo
(entrando)
Chi è costui? che brutta faccia!
ubriaco!
chi sarà?
Conte
Ehi, di casa!
maledetti!
Bartolo
Cosa vuol, signor
soldato?
Conte
Ah! sì, sì, bene
obbligato.
(Vedendolo, cerca in tasca.)
Bartolo
(Qui
costui che mai vorrà?)
Conte
Siete voi
aspetta un poco
Siete voi dottor Balordo?
Bartolo
Che
balordo?
Conte (leggendo)
Ah, ah,
Bertoldo?
Bartolo
Che Bertoldo? Eh, andate al
diavolo!
Dottor Bartolo.
Conte
Ah,
bravissimo;
dottor barbaro; benissimo
già v'è
poca differenza.
(Non si vede! che impazienza!
Quanto tarda!
dove sta?)
Bartolo
(Io già perdo la
pazienza,
qui prudenza ci vorrà.)
Conte
Dunque
voi siete dottore?
Bartolo
Son dottore sì,
signore.
Conte
Ah, benissimo; un
abbraccio,
qua, collega.
Bartolo
Indietro!
Conte
(Lo abbraccia per forza.)
Qua.
Sono anch'io dottor per
cento,
maniscalco al reggimento.
(presentando il
biglietto)
Dell'alloggio sul biglietto
osservate, eccolo
qua.
Bartolo
Dalla rabbia e dal dispetto
io
già crepo in verità.
Ah, ch'io fo, se mi ci
metto,
qualche gran bestialità!
(Legge il
biglietto.)
Conte
(Ah, venisse il caro
oggetto
della mia felicità!
Vieni, vieni; il tuo
diletto
pien d'amor t'attendo qua.)
SCENA
DICIOTTESIMA
Rosina e detti.
Rosina
D'ascoltar
qua m'è sembrato
un insolito rumore
(Si arresta
vedendo Bartolo.)
Un soldato ed il tutore!
Cosa mai faranno
qua?
(Si avanza pian piano.)
Conte
(È
Rosina; or son contento.)
Rosina
(Ei mi
guarda, e s'avvicina.)
Conte (piano a
Rosina)
(Son Lindoro.)
Rosina
(Oh
ciel! che sento!
Ah, giudizio, per pietà!)
Bartolo
(vedendo Rosina)
Signorina, che cercate?
Presto, presto,
andate via.
Rosina
Vado, vado, non
gridate.
Bartolo
Presto, presto, via di
qua
Conte
Ehi, ragazza, vengo
anch'io.
Bartolo
Dove, dove, signor
mio?
Conte
In caserma, oh, questa è
bella!
Bartolo
In caserma?.. .
bagattella!
Conte
Cara!
Rosina
Aiuto!
Bartolo
Olà,
cospetto!
Conte (a Bartolo, incamminandosi
verso le camere)
Dunque vado
Bartolo
(trattenendolo)
Oh, no, signore,
qui d'alloggio non può
star.
Conte
Come? Come?
Bartolo
Eh,
non v'è replica:
ho il brevetto d'esenzione.
Conte
(adirato)
Il brevetto?
Bartolo
Mio
padrone,
un momento e il mostrerò.
(Va allo
scrittoio.)
Conte (a Rosina)
(Ah, se qui
restar non posso,
deh, prendete)
Rosina
(Ohimè,
ci guarda!)
Conte E
Rosina
(Cento
smanie io sento addosso.
Ah, più reggere non so.)
Bartolo
(cercando nello scrittoio)
(Ah, trovarlo ancor non
posso;
ma sì, sì, lo troverò.)
(venendo
avanti con una pergamena)
Ecco qui.
(Legge.)
"Con
la presente il Dottor Bartolo, etcetera. Esentiamo"
Conte
(Con un rovescio di mano manda in aria la pergamena)
Eh,
andate al diavolo!
Non mi state più a seccar.
Bartolo
Cosa
fa, signor mio caro?
Conte
Zitto là,
Dottor somaro.
Il mio alloggio è qui fissato
e in
alloggio qui vo' star.
Bartolo
Vuol
restar?
Conte
Restar, sicuro.
Bartolo
(prendendo un bastone)
Oh, son stufo, mio padrone;
presto
fuori, o un buon bastone
lo farà di qua sloggiar.
Conte
(serio)
Dunque lei lei vuol battaglia?
Ben! Battaglia le
vo' dar.
Bella cosa è una battaglia!
Ve la voglio qui
mostrar.
(avvicinandosi amichevolmente a Bartolo)
Osservate!
questo è il fosso
L'inimico voi sarete
(Gli da' una
spinta.)
Attenzion (giù il fazzoletto.)
(piano
a Rosina alla quale si avvicina porgendole la lettera)
E gli
amici stan di qua.
Attenzione!
(Coglie il momento in cui
Bartolo l'osserva meno attentamente. Lascia cadere il biglietto e
Rosina vi fa cadere sopra il fazzoletto.)
Bartolo
Ferma,
ferma!
Conte
(rivolgendosi e fingendo
accorgersi della lettera che raccoglie)
Che cos'è?
ah!
Bartolo
(avvedendosene)
Vo'vedere.
Conte
Sì,
se fosse nna ricetta!
Ma un biglietto è mio dovere
Mi
dovete perdonar.
(Fa una riverenza a Rosina e le da' il
biglietto e il fazzoletto.)
Rosina
Grazie,
grazie!
Bartolo
Grazie un corno!
Qua quel
foglio; impertinente!
(a Rosina)
A chi dico? Presto
qua.
Rosina
Ma quel foglio che chiedete
per
azzardo m'è cascato;
la lista del bucato.
(Entrano da
una parte Basilio con carte in mano, dall'altra Berta.)
Bartolo
Ah,
fraschetta! Presto qua.
(Le strappa il foglio con
violenza.)
Ah, che vedo! ho preso abbaglio!
la lista, son
di stucco!
Ah, son proprio un mammalucco!
Ah, che gran
bestialità!
Rosina e
Conte
(Bravo,
bravo il mammalucco
che nel sacco entrato è
già.)
Berta
(Non capisco, son di
stucco;
qualche imbroglio qui ci sta.)
Rosina
(piangendo)
Ecco qua! sempre un'istoria;
sempre oppressa
e maltrattata;
ah, che vita disperata!
Non la so più
sopportar.
Bartolo (avvicinandosile)
Ah,
Rosina poverina
Conte (minacciando e
afferrandolo per un braccio)
Via qua tu, cosa le hai
fatto?
Bartolo
Ah, fermate niente
affatto
Conte (cavando la sciabola)
Ah,
canaglia, traditore!
Tutti (trattenendolo)
Via,
fermatevi, signore.
Conte
Io ti voglio
subissar!
Tutti (eccetto il Conte e Rosina)
Gente!
Aiuto, soccorrete(mi/lo)
Rosina
Ma
chetatevi
Conte
Lasciatemi!
Tutti
(come sopra)
Gente! aiuto, per pietà!
SCENA
DICIANNOVESIMA
Figaro entrando col bacile sotto il braccio
e detti.
Figaro
Alto là!
Che
cosa accadde
signori miei?
Che chiasso è questo?
Eterni
Dei!
Già sulla piazza
a questo strepito
s'è
radunata
mezza città.
(piano al Conte)
(Signor,
giudizio, per carità.)
Bartolo (additando
il Conte)
Quest'è un birbante
Conte
(additando Bartolo)
Quest'è un briccone
Bartolo
Ah,
disgraziato!
Conte (minacciando colla
sciabola)
Ah, maledetto!
Figaro (alzando il
bacile e minacciando il Conte)
Signor soldato
porti
rispetto,
o questo fusto,
corpo del diavolo,
or la
creanza
le insegnerà.
(Signore, giudizio,
per
carità.)
Conte (a Bartolo)
Brutto
scimmiotto!
Bartolo (al Conte)
Birbo
malnato!
Tutti (a Bartolo)
Zitto,
dottore
Bartolo
Voglio gridare
Tutti
(al Conte)
Fermo, signore
Conte
Voglio
ammazzare
Tutti
Fate silenzio,
per
carità.
Conte
No, voglio ucciderlo,
non v'è pietà.
(Si ode bussare con violenza alla
porta di strada.)
Tutti
Zitti, che
battono
Chi mai sarà?
Bartolo
Chi
è?
Ufficiale
Olà!
Coro
(di dentro)
La forza,
aprite qua.
Tutti
La
forza! Oh diavolo!
Figaro e
Basilio
L'avete
fatta!
Conte e Bartolo
Niente paura.
Venga
pur qua.
Tutti
Quest'avventura,
ah, come
diavolo
mai finirà?
SCENA
VENTESIMA
Un ufficiale con soldati, e detti.
Coro
Fermi
tutti. Niun si mova.
Miei signori, che si fa?
Questo chiasso
d'onde è nato?
La cagione presto qua.
Bartolo
Questa
bestia di soldato,
mio signor, m'ha maltrattato.
Figaro
Io
qua venni, mio signore,
questo chiasso ad acquetare.
Berta
e
Basilio
Fa un inferno di rumore,
parla
sempre d'ammazzare.
Conte
In alloggio quel
briccone
non mi volle qui accettare.
Rosina
Perdonate,
poverino,
tutto effetto fu del vino.
Ufficiale
Ho
inteso.
(al Conte)
Galantuom, siete in arresto.
Fuori
presto,
via di qua.
(I soldati si muovono per circondare il
Conte.)
Conte
Io in arresto?
Fermi,
olà.
(Con gesto autorevole trattiene i Soldati che si
arrestano. Egli chiama a sé l'Ufficiale, gli da a leggere un
foglio: l'Ufficiale resta sorpreso, vuol fargli un inchino, e il
Conte lo trattiene. L'Ufficiale fa cenno ai soldati che si ritirano
indietro, e anch'egli fa lo stesso. Quadro di stupore.)
Bartolo,
Rosina,
Basilio E
Berta
Fredd(o/a) ed immobile
come una
statua
fiato non restami
da respirar.
Conte
Freddo
ed immobile
come una statua,
fiato non restagli
da
respirar.
Figaro (ridendo)
Guarda Don
Bartolo!
Sembra una statua!
Ah ah! dal ridere
sto per
crepar!
Bartolo (all'Ufficiale)
Ma,
signor
Coro
Zitto tu!
Bartolo
Ma
un dottor
Coro
Oh, non più!
Bartolo
Ma
se lei
Coro
Non parlar
Bartolo
Ma
vorrei
Coro
Non gridar.
A tre
Ma
se noi
Coro
Zitti voi.
A tre
Ma
se poi
Coro
Pensiam noi.
Vada ognun pe'
fatti suoi,
si finisca d'altercar.
Bartolo
Ma
sentite
A tre
Zitto su!
Zitto
giù!
Bartolo
Ma ascoltate..
A
tre
Zitto qua!
Zitto là!
Tutti
Mi
par d'esser con la testa
in un'orrida fucina,
dove cresce e mai
non resta
delle incudini sonore
l'importuno
strepitar.
Alternando questo e quello
pesantissimo martello
fa
con barbara armonia
muri e volte rimbombar.
E il cervello,
poverello,
già stordito, sbalordito,
non ragiona, si
confonde,
si riduce ad impazzar.
FINE DELL'ATTO
PRIMO
Atto Secondo
SCENA
PRIMA
Camera ad uso di studio in casa di Bartolo con sedia
ed un pianoforte con varie carte di musica. Bartolo,
solo.
Bartolo
Ma vedi il mio destino!
Quel soldato,
per quanto abbia cercato,
niun lo conosce in
tutto il reggimento.
Io dubito eh, cospetto!
Che dubitar?
Scommetto
che dal conte Almaviva
stato qui spedito quel
signore
ad esplorar della Rosina il core.
Nemmen in casa
propria
sicuri si può star! Ma io
(Battono.)
Chi
batte?
Ehi, chi è di là battono, non sentite!
In
casa io son; non v'è timore, aprite.
SCENA
SECONDA
Il Conte, vestito da maestro di musica, e
detto.
Conte
Pace e gioia sia con
voi.
Bartolo
Mille grazie, non
s'incomodi.
Conte
Gioia e pace per
mill'anni.
Bartolo
Obbligato in verità.
(Questo volto non m'è ignoto,
non ravviso non ricordo
ma
quel volto ma quell'abito
non capisco chi sarà?)
Conte
(Ah,
se un colpo è andato a vuoto
a gabbar questo balordo,
un
novel travestimento
più propizio a me sarà.)
Gioia
e pace, pace e gioia!
Bartolo
Ho capito. (Oh!
ciel! che noia!)
Conte
Gioia e pace, ben di
core.
Bartolo
Basta, basta per pietà,
(Ma
che perfido destino!
Ma che barbara giornata!
Tutti quanti a me
davanti!
Che crudel fatalità!)
Conte
(Il
vecchio non mi conosce:
oh, mia sorte fortunata!
Ah, mio ben!
Fra pochi istanti
parlerem con libertà.)
Bartolo
Insomma,
mio signore,
chi è lei si può sapere?
Conte
Don
Alonso,
professore di musica ed allievo
di Don
Basilio.
Bartolo
Ebbene?
Conte
Don
Basilio sta male, il poverino, ed in sua vece
Bartolo
(in atto di partire)
Sta mal? Corro a vederlo
Conte
(trattenendolo)
Piano, piano.
Non è mal così
grave.
Bartolo
(Di costui non mi fido.)
Andiam, andiamo.
(risoluto)
Conte
Ma
signore
Bartolo (brusco)
Che
c'è?
Conte (tirandolo a parte)
Voleva
dirvi
Bartolo
Parlate forte.
Conte
(sottovoce)
Ma
Bartolo
(sdegnato)
Forte, vi dico.
Conte
(sdegnato anch'esso e alzando la voce)
Ebben, come
volete,
ma chi sia Don Alonso apprenderete.
(in atto di
partire)
Vo dal conte di Almaviva
Bartolo
(trattenendolo con dolcezza)
Piano, piano.
Dite, dite,
v'ascolto.
Conte (a voce alta e sdegnato)
Il
Conte
Bartolo
Piano,
per carità.
Conte
(calmandosi)
Stamane
nella stessa locanda
era meco
d'alloggio, ed in mie mani
per caso capitò questo
biglietto
(mostrando un biglietto)
dalla vostra pupilla
a lui diretto.
Bartolo (prendendo il
biglietto e guardandolo)
Che vedo! è sua
scrittura!
Conte
Don Basilio
nulla sa di
quel foglio: ed io, per lui
venendo a dar lezione alla
ragazza,
volea farmene un merito con voi
perché con quel
biglietto
(mendicando un ripiego con qualche imbarazzo)
si
potrebbe
Bartolo
Che cosa?
Conte
Vi
dirò
s'io potessi parlare alla ragazza,
io creder
verbigrazia le farei
che me lo die' del conte un'altra
amante,
prova significante
che il conte di Rosina si fa
gioco.
E perciò
Bartolo
Piano un
poco.
Una calunnia! Oh bravo!
Degno e vero scolar di Don
Basilio!
(lo abbraccia, e mette in tasca il biglietto)
Io
saprò come merita
ricompensar sì bel
suggerimento.
Vo a chiamar la ragazza;
poiché tanto per
me v'interessate,
mi raccomando a voi.
Conte
Non
dubitate.
(Bartolo entra nella camera di Rosina)
L'affare
del biglietto
dalla bocca m'è uscito non volendo.
Ma
come far? Senza d'un tal ripiego
mi toccava andar via come un
baggiano.
Il mio disegno a lei
ora paleserò; s'ella
acconsente,
io son felice appieno.
Eccola. Ah, il cor sento
balzarmi in seno.
SCENA TERZA
Bartolo
conducendo Rosina, e detto.
Bartolo
Venite,
signorina. Don Alonso,
che qui vedete, or vi darà
lezione.
Rosina (vedendo il
Conte)
Ah!
Bartolo
Cos'è
stato?
Rosina
un granchio al piede.
Conte
Oh
nulla:
sedete a me vicin, bella fanciulla.
Se non vi spiace, un
poco di lezione,
di Don Basilio invece, vi darò.
Rosina
Oh,
con mio gran piacer la prenderò.
Conte
Che
volete cantare?
Rosina
Io canto, se le
aggrada,
il rondò dell'Inutil Precauzione.
Bartolo
E
sempre, sempre in bocca
l'Inutil Precauzione!
Rosina
Io
ve l'ho detto:
il titolo dell'opera novella.
Bartolo
Or
bene, intesi; andiamo.
Rosina
Eccolo
qua.
Conte
Da brava, incominciamo.
(il
Conte siede al pianoforte e Rosina canta accompagnata dal Conte;
Bartolo siede ed ascolta.)
Rosina
Contro
un cor che accende amore
di verace, invitto ardore,
s'arma
invan poter tiranno
di rigor, di crudeltà.
D'ogni
assalto vincitore
sempre amor trionferà.
Ah Lindoro, mio
tesoro,
se sapessi, se vedessi!
Questo cane di tutore,
ah,
che rabbia che mi fa!
Caro, a te mi raccomando,
tu mi salva,
per pietà.
Conte
Non temer, ti
rassicura;
sorte amica a noi sarà.
Rosina
Dunque
spero?
Conte
A me t'affida.
Rosina
E
il mio cor?
Conte
Giubilerà.
Rosina
Cara
immagine ridente,
dolce idea d'un lieto amore,
tu m'accendi in
petto il core,
tu mi porti a delirar.
Conte
Bella
voce! Bravissima!
Rosina
Oh! mille
grazie!
Bartolo
Certo, bella voce,
ma
quest'aria, cospetto! è assai noiosa;
la musica a' miei
tempi era altra cosa.
Ah! quando, per esempio,
cantava
Caffariello
quell'aria portentosa la, ra, la
sentite, Don
Alonso: eccola qua.
Quando mi sei vicina,
amabile Rosina
l'aria
dicea Giannina,
ma io dico Rosina
(Entra Figaro col bacile
sotto il braccio, e si pone dietro Bartolo imitando il canto con
caricatura.)
Il cor mi brilla in petto,
mi balla il
minuetto
SCENA QUARTA
Figaro
e detti.
Bartolo (avvedendosi di
Figaro)
Bravo, signor barbiere,
ma bravo!
Figaro
Eh,
niente affatto:
scusi, son debolezze.
Bartolo
Ebben,
qui dunque
che vieni a fare?
Figaro
Oh
bella!
Vengo a farvi la barba: oggi vi tocca.
Bartolo
Oggi
non voglio.
Figaro
Oggi non vuol? Domani
non
potrò io.
Bartolo
Perché?
Figaro
Perché
ho da fare
a tutti gli Ufficiali
del nuovo reggimento barba e
testa
alla marchesa Andronica
il biondo parrucchin coi
maronè
al contino Bombè
il ciuffo a
campanile
purgante all'avvocato Bernardone
che ieri s'ammalò
d'indigestione
e poi e poi che serve?
(riponendosi in tasca
il libro)
Tornar non posso.
Bartolo
Orsù,
meno parole.
Oggi non vo' far barba.
Figaro
No?
Cospetto!
Guardate che avventori!
Vengo stamane: in casa v'è
l'inferno
ritorno dopo pranzo: oggi non voglio
(
contraffacendolo)
Ma che? M'avete preso
per un qualche
barbier da contadini?
Chiamate pur un altro, io me ne
vado.
(Riprende il bacile in atto di partire.)
Bartolo
(Che
serve? a modo suo;
vedi che fantasia!)
Va in camera a pigliar
la biancheria.
(Si cava dalla cintola un mazzo di chiavi per
darle a Figaro, indi le ritira.)
No, vado io
stesso.
(Entra.)
Figaro
(Ah, se mi
dava in mano
il mazzo delle chiavi, ero a cavallo.)
(a
Rosina)
Dite: non è fra quelle
la chiave che apre
quella gelosia?
Rosina
Sì, certo; è
la più nuova.
Bartolo (rientrando)
(Ah,
son pur buono
a lasciar qua quel diavolo di barbiere!)
Animo,
va tu stesso.
(dando le chiavi a Figaro)
Passato il
corridor, sopra l'armadio
il tutto troverai.
Bada, non toccar
nulla
Figaro
Eh, non son matto.
(Allegri!)
Vado e torno. (Il colpo è fatto.)
(Entra.)
Bartolo
(al conte)
quel briccon, che al Conte
ha portato il
biglietto di Rosina.
Conte
Mi sembra un
imbroglion di prima sfera.
Bartolo
Eh, a me
non me la ficca
(Si sente di dentro un gran rumore come di
vasellame che si spezza.)
Ah, disgraziato me!
Rosina
Ah,
che rumore!
Bartolo
Oh, che briccon! Me lo
diceva il core.
(Entra.)
Conte (a
Rosina)
Quel Figaro è un grand'uomo; or che siam
soli,
ditemi, o cara: il vostro al mio destino
d'unir siete
contenta?
Franchezza!
Rosina (con
entusiasmo)
Ah, mio Lindoro,
altro io non bramo
(Si
ricompone vedendo rientrar Bartolo e
Figaro.)
Conte
Ebben?
Bartolo
Tutto
mi ha rotto;
sei piatti, otto bicchieri, una terrina.
Figaro
(mostrando di soppiatto al Conte la chiave della gelosia che avrà
rubata dal mazzo)
Vedete che gran cosa! Ad una chiave
se io
non mi attaccava per fortuna,
per quel maledettissimo
corridor
così oscuro,
spezzato mi sarei la testa al muro.
Tiene
ogni stanza al buio, e poi e poi
Bartolo
Oh,
non più.
Figaro
Dunque andiam.
(al
Conte e Rosina)
(Giudizio.)
Bartolo
A
noi.
(Si dispone per sedere e farsi radere. In quella entra
Basilio.)
SCENA QUINTA
Don
Basilio e detti.
Rosina
Don
Basilio!
Conte
(Cosa veggo!)
Figaro
(Quale
intoppo!)
Bartolo
Come qua?
Basilio
Servitor
di tutti quanti.
Bartolo
(Che vuol dir tal
novità?)
Conte e Figaro
(Qui
franchezza ci vorrà.)
Rosina
(Ah, di
noi che mai sarà?)
Bartolo
Don
Basilio, come state?
Basilio (stupito)
Come
sto?
Figaro (interrompendo)
Or che
s'aspetta?
Questa barba benedetta
la facciamo sì o
no?
Bartolo (a Figaro)
Ora vengo!
(a
Basilio)
E il Curiale?
Basilio (stupito)
Il
Curiale?
Conte (interrompendo, a Basilio)
Io
gli ho narrato
che già tutto è combinato.
Non è
ver?
Bartolo
Sì, tutto io
so.
Basilio
Ma, Don Bartolo,
spiegatevi
Conte (c. s., a Bartolo)
Ehi,
Dottore, una parola.
(a Basilio)
Don Basilio, son da
voi.
(a Bartolo)
Ascoltate un poco qua.
(Fate un po'
ch'ei vada via,
ch'ei ci scopra ho gran timore:
della lettera,
signore,
ei l'affare ancor non sa.)
Bartolo
(Dite
bene, mio signore;
or lo mando via di qua.)
Rosina
(Io
mi sento il cor tremar!)
Figaro
(Non vi state
a disperar.)
Basilio
(Ah, qui certo v'è
un pasticcio;
non l'arrivo a indovinar.)
Conte
(a Basilio)
Colla febbre, Don Basilio,
che v'insegna a
passeggiar?
(Figaro ascoltando con attenzione si prepara a
secondare il Conte)
Basilio (stupito)
Colla
febbre?
Conte
E che vi pare?
Siete giallo
come un morto.
Basilio
Come un morto?
Figaro
(tastando il polso a Basilio)
Bagattella!
Cospetton! Che
tremarella!
Questa è febbre scarlattina!
Conte
(Da' a Basilio una borsa di soppiatto.)
Via, prendete
medicina,
non vi state a rovinar.
Figaro
Presto,
presto, andate a letto
Conte
Voi paura inver
mi fate
Rosina
Dice bene, andate,
andate
Tutti
Presto, andate a
riposar.
Basilio (c. s.)
(Una borsa!
Andate a letto!
Ma che tutti sian d'accordo!)
Tutti
Presto
a letto.
Basilio
Eh, non son sordo.
Non mi
faccio più pregar.
Figaro
Che
color!
Conte
Che brutta cera!
Basilio
Brutta
cera!
Conte,
Figaro e
Bartolo
Oh, brutta assai!
Basilio
Dunque
vado
Tutti
Vada, vada!
Buona sera, mio
signore,
presto, andate via di qua.
(Maledetto
seccatore!)
Pace, sonno e sanità.
Basilio
Buona
sera ben di core
poi diman si parlerà.
Non gridate, ho
inteso già.
(Parte.)
SCENA
SESTA
Rosina, Conte, Figaro e Bartolo.
Figaro
Orsù,
signor Don Bartolo
Bartolo
Son qua.
(Bartolo
siede, Figaro gli cinge al collo un asciugatoio disponendosi a fargli
la barba; durante l'operazione Figaro va coprendo i due
amanti.)
Stringi, bravissimo.
Conte
Rosina,
deh, ascoltatemi.
Rosina
Vi ascolto; eccomi
qua.
(Siedono fingendo studiar musica)
Conte
(a Rosina, con cautela)
A mezzanotte in punto
a
prendervi qui siamo:
or che la chiave abbiamo
non v'è da
dubitar.
Figaro (distraendo Bartolo)
Ahi!
ahi!
Bartolo
Che cos'è
stato?
Figaro
Un non so che
nell'occhio!
Guardate non toccate
soffiate per pietà
Rosina
A
mezzanotte in punto,
anima mia, t'aspetto.
Io già
l'istante affretto
che a te mi stringerà.
Conte
Ora
avvertir vi voglio,
(Bartolo si alza e si avvicina agli
amanti.)
cara, che il vostro foglio,
perché non
fosse inutile
il mio travestimento
Bartolo
(scattando)
Il suo travestimento?
Ah, ah! brava,
bravissimo!
Ma bravi in verità!
Bricconi, birbanti!
Ah,
voi tutti quanti
avete giurato
di farmi crepar!
Su, fuori,
furfanti,
vi voglio accoppar.
Di rabbia, di sdegno
mi sento
crepar.
Rosina,
Conte e
Figaro
L'amico delira,
la testa gli gira.
Ma
zitto, Dottore,
vi fate burlar.
Tacete, tacete,
non serve
gridar.
Intesi già siamo,
non vo' replicar.)
(Partono,
meno Bartolo.)
SCENA SETTIMA
Bartolo
solo, poi Ambrogio, indi Berta.
Bartolo
Ah!
disgraziato me! ma come! ed io
no mi accorsi di nulla! Ah! Don
Basilio
sa certo qualcosa. Ehi! chi è di là?
Chi
è di là?
(Comparisce Ambrogio.)
Senti,
Ambrogio:
corri da Don Basilio qui rimpetto,
digli ch'io qua
l'aspetto,
che venga immantinente
che ho gran cose da dirgli e
ch'io non vado
perché perché perché ho di
gran ragioni.
Va' subito.
(Ambrogio parte ed entra
Berta.)
(a Berta)
Di guardia
tu piantati alla
porta, e poi no, no
non me ne fido. Io stesso ci
starò.
(Parte.)
SCENA
OTTAVA
Berta, sola.
Berta
Che
vecchio sospettoso! Vada pure
e ci stia finché crepi
Sempre
gridi e tumulti in questa casa;
si litiga, si piange, si
minaccia
Non v'è un'ora di pace
con questo vecchio
avaro, brontolone!
Oh, che casa! Oh, che casa in confusione!
Il
vecchiotto cerca moglie,
vuol marito la ragazza;
quello freme,
questa è pazza.
Tutti e due son da legar.
Ma che cosa è
questo amore
che fa tutti delirar?
Egli è un male
universale,
una smania, un pizzicore
un solletico, un
tormento
Poverina, anch'io lo sento,
nè so come
finirà.
Oh! vecchiaia maledetta
Sei da tutti
disprezzata
E vecchietta disperata
mi convien così
crepar.
(Parte.)
SCENA
NONA
Camera con griglia come nel primo atto.
Bartolo
e Don Basilio.
Bartolo (introducendo Don
Basilio)
Dunque voi Don Alonso
non conoscete
affatto?
Basilio
Affatto.
Bartolo
Ah,
certo
il Conte lo mandò.
Qualche gran tradimento
qui
si prepara.
Basilio
Io poi
dico che
quell'amico
era il Conte in persona.
Bartolo
Il
Conte?
Basilio
Il Conte.
(La borsa parla
chiaro.)
Bartolo
Sia chi si vuole amico, dal
notaro
vo' in questo punto andare; in questa sera
stipular di
mie nozze io vo' il contratto.
Basilio
Il
notar? siete matto?
Piove a torrenti, e poi
questa sera il
notaro
impegnato con Figaro; il barbiere
marita sua
nipote.
Bartolo
Una nipote?
Che nipote! Il
barbiere
non ha nipoti. Ah, qui v'è qualche
imbroglio.
Questa notte i bricconi
me la voglion far; presto,
il notaro
qua venga sull'istante.
(Gli da' una chiave.)
Ecco
la chiave del portone: andate,
presto, per carità.
Basilio
Non
temete; in due salti io torno qua.
(Parte.)
SCENA
DECIMA
Bartolo, indi Rosina.
Bartolo
Per
forza o per amore
Rosina avrà da cedere. Cospetto!
Mi
viene un'altra idea. Questo biglietto
(Cava dalla tasca il
biglietto datogli dal Conte.)
che scrisse la ragazza ad
Almaviva
potria servir che colpo da maestro!
Don Alonso, il
briccone,
senza volerlo mi die' l'armi in mano.
Ehi, Rosina,
Rosina, avanti, avanti;
(Rosina dalle sue camere entra senza
parlare.)
del vostro amante io vi vo' dar novella.
Povera
sciagurata! In verità
collocaste assai bene il vostro
affetto!
Del vostro amor sappiate
ch'ei si fa gioco in sen
d'un'altra amante.
Ecco la prova.
(Le da' il
biglietto.)
Rosina (con doloroso
stupore)
(Oh cielo! il mio biglietto!)
Bartolo
Don
Alonso e il barbiere congiuran
contro voi; non vi fidate.
Nelle
braccia del Conte d'Almaviva
vi vogliono condurre.
Rosina
(In
braccio a un altro!
Che mai sento ah, Lindoro! ah, traditore!
Ah
sì! vendetta e vegga,
vegga quell'empio chi è
Rosina.) Dite
signore, di sposarmi
voi bramavate
Bartolo
E
il voglio.
Rosina
Ebben, si faccia!
Io son
contenta! ma all'istante. Udite:
a mezzanotte qui sarà
l'indegno
con Figaro il barbier; con lui fuggire
per sposarlo
io voleva
Bartolo
Ah, scellerati!
Corro a
sbarrar la porta.
Rosina
Ah, mio
signore!
Entran per la finestra. Hanno la chiave.
Bartolo
Non
mi muovo di qui.
Ma e se fossero armati? Figlia mia,
poiché
tu sei sì bene illuminata
facciam così. Chiuditi a
chiave in camera,
io vo a chiamar la forza;
dirò che son
due ladri, e come tali,
corpo di Bacco! l'avrem da vedere!
Figlia,
chiuditi presto; io vado via.
(Parte.)
Rosina
Quanto,
quanto è crudel la sorte mia!
(Parte.)
(Scoppia
un temporale. Dalla finestra di prospetto si vedono frequenti lampi,
e si sente il rumore del tuono. Sulla fine del temporale si vede dal
di fuori aprirsi la gelosia, ed entrano uno dopo l'altro Figaro ed il
Conte avvolti in mantelli e bagnati dalla pioggia. Figaro avrà
in mano una lanterna accesa.)
SCENA
UNDICESIMA
Il Conte e Figaro, indi Rosina.
Figaro
Alfin,
eccoci qua.
Conte
Figaro, dammi man. Poter
del mondo!
Che tempo indiavolato!
Figaro
Tempo
da innamorati.
Conte
Ehi, fammi lume.
(Figaro
accende i lumi.)
Dove sarà Rosina?
Figaro
(spiando)
Ora vedremo eccola appunto.
Conte
(con trasporto)
Ah, mio tesoro!
Rosina
(respingendolo)
Indietro,
anima scellerata; io qui di
mia
stolta credulità venni soltanto
a riparar lo scorno,
a dimostrarti
qual sono, e quale amante
perdesti, anima indegna
e sconoscente.
Conte (sorpreso)
Io son
di sasso.
Figaro (sorpreso)
Io non
capisco niente.
Conte
Ma per
pietà
Rosina
Taci. Fingesti amore
per
vendermi alle voglie
di quel tuo vil Conte Almaviva
Conte
(con gioia)
Al Conte?
Ah, sei delusa! oh me felice
adunque
tu di verace amore
ami Lindor rispondi
Rosina
Ah,
sì! t'amai purtroppo!
Conte
Ah, non è
tempo
di più celarsi, anima mia; ravvisa
(S'inginocchia
gettando il mantello che viene raccolto da Figaro.)
colui che
sì gran tempo
seguì tue tracce, che per te
sospira,
che sua ti vuole; mira, o mio tesoro,
Almaviva son io,
non son Lindoro.
Rosina (stupefatta, con
gioia)
(Ah! qual colpo inaspettato!
Egli stesso? o Ciel,
che sento!
Di sorpresa e di contento
son vicina a
delirar.)
Figaro
(Son rimasti senza
fiato:
ora muoion di contento.
Guarda, guarda il mio
talento
che bel colpo seppe far!)
Conte
(Qual
trionfo inaspettato!
Me felice! oh bel momento!
Ah! d'amore e
di contento
son vicino a delirar.)
Rosina
Mio
signor! ma voi ma io
Conte
Ah, non più,
non più, ben mio.
Il bel nome di mia sposa,
idol mio,
t'attende già.
Rosina
Il bel nome di
tua sposa
oh, qual gioia al cor mi da'!
Conte
Sei
contenta!
Rosina
Ah! mio signore!
Rosina
E
Conte
Dolce nodo avventurato
che fai paghi
i miei desiri!
Alla fin de' miei martiri
tu sentisti, amor,
pietà.
Figaro
Presto andiamo, vi
sbrigate;
via, lasciate quei sospiri.
Se si tarda, i miei
raggiri
fanno fiasco in verità.
(guardando fuori del
balcone)
Ah! cospetto! che ho veduto!
Alla porta una
lanterna
due persone! che si fa?
Conte
Hai
veduto due persone?
Figaro
Sì,
signore.
Rosina,
Conte E
Figaro
Che si fa?
Zitti, zitti, piano,
piano,
non facciamo confusione;
per la scala del balcone
presto
andiamo via di qua.
Figaro (con angoscia)
Ah,
disgraziati noi! come si fa?
Conte
Che
avvenne mai?
Figaro
La
scala
Conte
Ebben?
Figaro
La
scala non v'è più.
Conte
(sorpreso)
Che dici?
Figaro
Chi mai
l'avrà levata?
Conte
Quale inciampo
crudel!
Rosina (con dolore)
Me
sventurata!
Figaro
Zi zitti sento gente. Ora
ci siamo.
Signor mio, che si fa?
Conte
Mia
Rosin, coraggio.
(Si avvolge nel mantello.)
Figaro
Eccoli
qua.
(Si ritirano verso una delle quinte.)
SCENA
DODICESIMA
Don Basilio con lanterna in mano, introducendo
un Notaro con carte.
Basilio (chiamando
alla quinta opposta)
Don Bartolo! Don Bartolo!
Figaro
(accennando al Conte)
Don Basilio.
Conte
E
quell'altro?
Figaro
Ve', ve', il nostro
notaro. Allegramente.
Lasciate fare a me. Signor Notaro:
(Basilio
e il Notaro si rivolgono e restano sorpresi. Il Notaro si avvicina a
Figaro.)
dovevate in mia casa
stipular questa sera
il
contratto di nozze
fra il conte d'Almaviva e mia nipote.
Gli
sposi, eccoli qua. Avete indosso
la scrittura?
(I1 notaro
cava la scrittura.)
Benissimo.
Basilio
Ma
piano.
Don Bartolo dov'è?
Conte
(chiamando a parte Basilio, cavandosi un anello dal dito, e
additandogli di tacere)
Ehi, Don Basilio,
quest'anello è
per voi
Basilio
Ma io
Conte
(cavando una pistola)
Per voi
vi son ancor due palle nel
cervello
se v'opponete.
Basilio (Prende
l'anello.)
Oibò, prendo l'anello.
Chi firma?
Conte
e
Rosina
Eccoci
qua.
(sottoscrivono)
Conte
Son
testimoni
Figaro e Don Basilio. Essa è mia sposa.
Figaro
e
Basilio
Evviva!
Conte
Oh,
mio contento!
Rosina
Oh, sospirata mia
felicità!
Figaro
Evviva!
(Nell'atto
che il Conte bacia la mano a Rosina, Figaro abbraccia goffamente
Basilio, ed entrano Don Bartolo e un Uffiziale con
Soldati.)
SCENA ULTIMA
Bartolo,
Un Uffiziale con Soldati, e detti.
Bartolo
(additanto Figaro ed il Conte all'Alcade ed ai soldati, e
slanciandosi contro Figaro)
Fermi tutti. Eccoli
qua.
UFFIZIALE
Colle buone, signor.
Bartolo
Signor,
son ladri.
Arrestate, arrestate.
Uffiziale
Mio
signore,
il suo nome?
Conte
Il mio nome
è
quel d'un uom d'onor. Lo sposo io sono
di questa
Bartolo
Eh,
andate al diavolo! Rosina
esser deve mia sposa: non è
vero?
Rosina
Io sua sposa? Oh, nemmeno per
pensiero.
Bartolo
Come? Come,
fraschetta?
(additando il Conte)
Arrestate, vi dico è
un ladro.
Figaro
Or or l'accoppo.
Bartolo
un
furfante, è un briccon.
Uffiziale (al
Conte)
Signore
Conte
Indietro!
Uffiziale
(con impazienza)
Il nome?
Conte
Indietro,
dico,
indietro
Uffiziale
Ehi, mio signor!
basso quel tono.
Chi è lei?
Conte
Il
Conte d'Almaviva io sono.
Bartolo
Il Conte!
Ah, che mai sento!
Ma cospetto!
Conte
T'accheta,
invan t'adopri,
resisti invan. De' tuoi rigori insani
giunse
l'ultimo istante. In faccia al mondo
io dichiaro altamente
costei
mia sposa.
(a Rosina)
Il nostro nodo, o cara,
opra è
d'amore. Amore,
che ti fe' mia consorte
a te mi stringerà
fino alla morte.
Respira ormai: del fido sposo in braccio,
vieni,
vieni a goder sorte più lieta.
Bartolo
Ma
io
Conte
Taci
Basilio
Ma
voi
Conte
Olà, t'accheta.
Cessa di
più resistere,
non cimentar mio sdegno.
Spezzato è
il gioco indegno
di tanta crudeltà.
Della beltà
dolente,
d'un innocente amore
l'avaro tuo furore
più
non trionferà.
E tu, infelice vittima
d'un reo poter
tiranno,
sottratta al giogo barbaro,
cangia in piacer
l'affanno
e in sen d'un fido sposo
gioisci in libertà,
cari amici
Coro
Non temete.
Conte
Questo
nodo
Coro
Non si scioglie,
sempre a lei vi
stringerà.
Conte
Ah, il più
lieto, il più felice
è il mio cor de' cori
amanti;
non fuggite, o lieti istanti
della mia
felicità.
Coro
Annodar due cori
amanti
è piacer che egual non ha.
Bartolo
Insomma,
io ho tutti i torti
Figaro
Eh, purtroppo è
così!
Bartolo (a Basilio)
Ma
tu, briccone,
tu pur tradirmi e far da testimonio!
Basilio
Ah,
Don Bartolo mio, quel signor Conte
certe ragioni ha in
tasca,
certi argomenti a cui non si risponde.
Bartolo
Ed
io, bestia solenne,
per meglio assicurare il matrimonio,
io
portai via la scala del balcone.
Figaro
Ecco
che fa un'Inutil Precauzione.
Bartolo
Ma e la
dote? io non posso
Conte
Eh, via; di dote
io
bisogno non ho: va, te la dono.
Figaro
Ah,
ah! ridete adesso?
Bravissimo, Don Bartolo,
ho veduto alla fin
rasserenarsi
quel vostro ceffo amaro e furibondo.
Eh, i
bricconi han fortuna in questo mondo.
Rosina
Dunque,
signor Don Bartolo?
Bartolo
Sì, sì,
ho capito tutto.
Conte
Ebben,
dottore?
Bartolo
Sì, sì, che
serve? quel ch'è fatto è fatto.
Andate pur, che il
ciel vi benedica.
Figaro
Bravo, bravo, un
abbraccio;
venite qua, dottore.
Rosina
Ah,
noi felici!
Conte
Oh, fortunato
amore!
Figaro
Di sì felice
innesto
serbiam memoria eterna;
io smorzo la lanterna;
qui
più non ho che far.
(Smorza la lanterna.)
Rosina
Costò
sospiri e pianti
un sì felice istante:
alfin quest'alma
amante
comincia a respirar.
Coro
Amore e
fede eterna
si vegga in voi regnar.
FINE