Niccolò Tommaseo
POESIE SCELTE
Le altezze
Questa pianta del ciel che nutre i mondi,
come frutti dall'albero pendenti
lascia, nel muover dell'eteree frondi,
altre ampiezze ammirar di firmamenti:
sovra quelle altri cieli ancor pi fondi,
dalle cui cime, in ruota immensa ardenti,
veggonsi i soli gi, come nascosa
lucciola in siepe bruna, o ape in rosa.
Apparizione
Poco era a mezzanotte. Il sol novello
ratto gigante dal mar si levò:
non ebbe aurora; e, orribilmente bello,
l'aria e la terra di fiamma innondò:
poi, come in acqua fa spranga rovente,
lungo stridente nel mar si tuffò.
Fede
Se, di dolor superbi inebriato
o d'amaro gioir, me stesso obblio,
negl'intimi del cor voce di Dio;
mi ferisce, e mi morde il mio peccato.
Pur m'è caro il rimorso. E, umiliato,
sento un soave di patir desio:
e le mie piaghe a' falli altrui più pio
mi fanno; e dico: anche ei di donna è nato.
E cerco il cielo, e dalla valle oscura
l'occhio, con mesto amor pien di speranza
Ie belle cime, ch'io perdei, misura.
Temo, Signor, di me: fido in te solo,
che alla raggiante tua libera stanza,
Dio de' pentiti, ci trarrai d'un volo.
A una foglia
Foglia, che lieve a la brezza cadesti
sotto i miei piedi, con mite richiamo
forse ti lagni perch'io ti calpesti.
Mentr'eri viva sul verde tuo ramo,
passai sovente, e di te non pensai;
morta ti penso, e mi sento che t'amo.
Tu pur coll'aure, coll'ombre, co' rai
venivi amica nell'anima mia;
con lor d'amore indistinto t'amai.
Conversa in loto ed in polvere o pia,
per vite nuove il perpetuo concento
seguiterai della prima armonia.
E io, che viva in me stesso ti sento,
cadrò tra breve, e darò del mio frale
al fiore, all'onda, all'elettrico, al vento.
Ma te, de' cieli nell'alto, sull'ale
recherà grato lo spirito mio;
e, pura idea, di sorriso immortale
sorriderai nel sorriso di Dio.