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 La  scoperta  dell’  America

 

Ho immaginato una storia che potrebbe essere la sceneggiatura di un film: “La vera storia della scoperta dell’America”, con protagonisti i nostri colleghi.

Colombo parte con quattro “caratelle” e non caravelle: la Nina, la Pinta, la Santa Maria e la “Giuseppina”, comandata appunto da GIUSEPPE CARATELLA.

La “Giuseppina”, però, essendo costruita con pezzi e chiodi scadenti della ferramenta del cognato di Giuseppe, affonda poco prima di approdare in America.

Durante i lunghi mesi di viaggio, attraverso l’Oceano Atlantico, ne accadono di tutti i colori: un marinaio di nome MARIO MARZOLI ritrova, tra l’equipaggio della “Santa Maria”, un suo fratello segreto, Attilio, che non vedeva da 27 anni e che gli rivela, inoltre che il nostromo ERMINIO PIERFELICE è il padre naturale di Felicioni.

Qualche settimana dopo, la “Nina” subisce l’attacco di un enorme squalo rosa, che gli spagnoli chiamavano “esqualo rosito”, una belva famelica che divora parte della stiva della nave, ingoiando 30.000 scudi d’oro, pari a 520.000 euro ( l’equivalente di uno stipendio annuo di GIOVANNI ROSITO!!! ).

Tre giorni prima dello sbarco storico in America, c’è un falso allarme: la vedetta, certo NICOLA CAMPLESE, che poco prima canticchiava:”Quant’è bbell lu primm’ammore…mò nghe lu VIAGRA è cchiù bbell ancore!!”, grida: “Terra! Terra!  C’è un’isola all’orizzonte!!”.

Cristoforo Colombo afferra il cannocchiale e scruta attentamente il mare; poi, deluso e sconfortato dice: “No, non è un’isola, è solo il marinaio GIOVANNI LUZI che sta facendo il morto”; infatti, dovete sapere che la pancia di Giovanni supera la sagoma limite!!!

Finalmente, dopo tre giorni, appare l’isola di San Salvador, almeno Colombo voleva chiamarla così, ma un suo fedele luogotenente, un certo MARCO SGATTONI da San Benedetto del Tronto, sfegatato milanista, esclama: “No, Comandante, chiamiamola San Ronaldo e in quest’isola fonderò il primo Milan Club Adriano Galliani”.

 

Credo che questa sceneggiatura non diventerà mai un film, ma i nostri cari colleghi vinceranno ugualmente l’Oscar di una serena e felice pensione            

                      Auguri a tutti!               Antonio  Clivio

 

    28/02/2007               

                         

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